La crisi batte alle porte del comparto che sembrava reggere meglio i colpi. Quasi 33mila aziende agricole hanno chiuso i battenti nel 2013, scomparse a causa della crisi dei consumi e dal maltempo che ha colpito diverse colture. E’ quanto si legge nel secondo numero di AgrOsserva, l’osservatorio Ismea-Unioncamere sulla congiuntura dell’agroalimentare italiano. Il rapporto è stato illustrato al Ministero dell’Agricoltura, alla presenza del neo-ministro Maurizio Martina, del presidente di Ismea Arturo Semerari e del presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo.
Altro dato rilevante è la riduzione progressiva degli utili dei produttori a vantaggio degli operatori più a valle, in particolare quelli del sistema distributivo: su 100 euro di spesa di prodotti agricoli freschi, solo 1,8 euro, al netto di salari e ammortamenti, rimangono nelle tasche degli agricoltori.
Qualche notizia positiva arriva invece dall’industria alimentare, con una produzione delle bevande e del tabacco che ha registrato, nell’ultimo trimestre dell’anno, un incremento del 2,5% su base congiunturale e del 2,9% su base tendenziale. E il settore è sempre più attento all’eco-efficienza: nella fase della lavorazione ha ridotto del 23% la produzione di rifiuti e fatto crescere la quota avviata al riciclo a oltre il 79%. “E’ il momento di cercare di riattivare un circuito virtuoso nei consumi interni – ha sottolineato il ministro Martina – e il governo sta già lavorando per produrre shock utili: il nostro obiettivo nell’agroalimentare è sicuramente quello di ridurre la discrasia tra spesa e guadagni dei produttori guardando anche ad altri contesti europei, stimolare l’aggregazione di imprese e portare i consumatori a riconoscere la bontà e la qualità dei prodotti Made in Italy”. Se la domanda estera sta compensando la contrazione dei consumi interni, è anche vero che la spinta delle esportazioni dal 2010 a oggi ha subito una progressiva decelerazione, passando dal +12,8% del 2010 al +4,7 del 2013. “Non dobbiamo mai darci troppe aspettative rispetto a al tema dell”italian sounding’, perché è impensabile che nel giro di pochi mesi possiamo trasformare questo tema in un valore economico”, avverte il presidente di Coldiretti Moncalvo, per il quale “il lavoro comune va fatto sulla ripresa dei consumi interni”.