Hanno studiato per avere maggiore dimestichezza con il comportamento degli orsi problematici o confidenti, cioè quegli esemplari che si sono adattati a consumare cibo degli esseri umani. Sono gli uomini del Corpo Forestale dello Stato che hanno concluso, presso la scuola di Rieti, il secondo corso di qualificazione per il personale addetto alle squadre di emergenza per la gestione degli orsi confidenti, organizzato nell’ambito del Progetto Life ARCTOS per la tutela dell’orso bruno in Italia. Il corso aveva l’obiettivo di migliorare e integrare la funzionalità delle squadre già esistenti per la gestione qualificata degli orsi problematici.
Le aree del territorio italiano interessate dalla presenza di questi esemplari sono Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia per l’area alpina, Abruzzo, Lazio e Molise per l’Appennino. “Questi orsi, che a seconda dei casi vengono definiti confidenti o problematici, sono chiamati dai ricercatori nordamericani human habitued poiché mostrano un adattamento al cibo di origine antropica che possono facilmente procurarsi non solo in aree rurali ma anche in quelle abitate” spiega il Corpo Forestale dello Stato. “Il corso di formazione, promosso dall’Ispettorato Generale del Corpo forestale dello Stato in collaborazione con le Regioni Lombardia e Friuli Venezia Giulia, partner del progetto Life, si è concentrato su tali aspetti e sulla conoscenza delle caratteristiche delle due popolazioni di orso bruno presenti in Italia, sulle importanti differenze che le connotano, sulle minacce che vi gravano e sulle procedure per la gestione dei conflitti”.
Gli orsi confidenti, dunque, sono quelli che occasionalmente fanno le loro apparizioni nei paesi alla ricerca di cibo mettendo a rischio la propria incolumità e quella degli abitanti, anche se finora non si registrano attacchi nei confronti dell’uomo.
Il progetto LIFE ARCTOS, finanziato con fondi europei, ha previsto una serie di azioni mirate a disabituare gli orsi a recarsi nei paesi per riportarli sulle montagne del parco.
Al corso tenutosi a Rieti hanno partecipato circa 80 unità appartenenti al Corpo forestale dello Stato, alle Polizie Provinciali di Lecco, Brescia, Sondrio, Bergamo, Vicenza, Verona, Belluno, Treviso, Udine, al Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia e alcune guardie del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. I partecipanti potranno essere chiamati ad operare in maniera coordinata e organizzata secondo specifici protocolli operativi, per fronteggiare le possibili emergenze. L’attività formativa prevedeva inoltre lo studio dei principali strumenti per la ricerca di segni di presenza e le prove in poligono con l’arma non letale utilizzata per la dissuasione. Le esercitazioni sono state curate da istruttori della Scuola del Corpo forestale dello Stato di Cittaducale e da docenti della Forestale dell’Università La Sapienza di Roma e dell’Ente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Il corso appena concluso, che fa seguito ad analoga iniziativa svolta nel 2011, consente di incrementare la disponibilità di personale qualificato che sarà chiamato ad operare secondo le procedure che l’ente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, per l’Appennino, e le regioni Friuli Venezia Giulia e Lombardia, per l’area alpina, hanno messo a punto grazie al progetto Life ARCTOS.