La notizia circola da mesi, le agenzie hanno ripreso a rilanciarla, perché la situazione è dura nelle campagne italiane. C’è che sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulla relazione sul “Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013”, realizzata dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) la popolazione totale dei bambini indigenti, espressa in valori assoluti, è concentrata in prevalenza nell’Italia Meridionale (149.002, pari al 35 per cento del numero complessivo di minori tra i 0 e i 5 anni bisognosi di aiuto) e nell’Italia Settentrionale (129.420 unità, pari al 30 per cento). Oltre il 40 per cento dei bambini bisognosi di aiuto alimentare – precisa la Coldiretti – è concentrato in Campania ed in Sicilia. I bambini – sottolinea la Coldiretti – sono la punta più debole di un iceberg che conta 4.068.250 più poveri dei poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, con un aumento del 10 per cento sull’anno precedente.
Sono 6.689 i bambini abruzzesi con meno di 5 anni che nel 2013 hanno avuto bisogno di un aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, ben 1316 in più rispetto all’anno precedente (nel 2012 erano stati 5373). E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti Abruzzo sulla base di dati Agea, dalla quale si evidenzia il forte aumento degli indigenti in Italia, soprattutto tra i più piccoli. Un dato drammatico che conferma un panorama nazionale non certo migliore, dove nel 2013 i bambini che hanno avuto bisogno di assistenza alimentare sono ben 428.587 bambini, con un aumento record del 13 per cento rispetto all’anno precedente (e comunque al di sotto di quello abruzzese, pari al 24%). A livello nazionale, su base Istat, si evidenzia inoltre che, con il record di 6 milioni e 20mila individui nel 2013, in Italia sono più che raddoppiate (+ 150 per cento) le persone in condizioni di povertà assoluta rispetto al 2007 quando erano 2,4 milioni. “I dati abruzzesi confermano un fenomeno preoccupante – evidenzia Coldiretti Abruzzo – una realtà drammatica che non poteva sfuggire al mondo associativo e rurale che, già da tempo, stanno cercando di dare un piccolo contributo. Ricordiamo che in proposito è stato siglato da Coldiretti Pescara con l’Arcidiocesi di Pescara-Penne un’accordo della solidarietà’ che consiste nella donazione da parte dei produttori di Campagna Amica dei generi alimentari rimasti invenduti o non raccolti in campo”. In sostanza, l’accordo di articola in tre punti: offerta dei prodotti ortofrutticoli e zootecnici invenduti a fine mercato da parte delle imprese agricole che abitualmente operano presso le aree di vendita di Campagna amica; segnalazioni sulla raccolta di prodotti orticoli destinati all’industria da parte dei produttori agricoli per il recupero del prodotto lasciato in campo dalle macchine; offerta dell’olio extravergine d’oliva da parte delle imprese agricole socie di Coldiretti presso frantoi in occasione della molitura delle olive. “L’accordo – spiega il presidente di Coldiretti Pescara Chiara Ciavolich “rientra nelle attività della task force siglata con la Caritas a favore delle persone più deboli. E’ un piccolo ma concreto aiuto verso chi vive un momento di difficoltà”. Soddisfazione e collaborazione verso nuove iniziative è stata espressa anche da Alberto Bertinelli, direttore di Coldiretti Abruzzo. “Da sempre il mondo agricolo è stato particolarmente sensibile alle problematiche sociali – dice il direttore regionale – l’accordo con la Caritas rientra in questa ottica e, seppure siamo ancora ai primi passi, l’esperienza si sta dimostrando positiva”.
In realtà la crisi ha tagliato il cibo sulle tavole della maggioranza della popolazione con 2 italiani su 3 (65 per cento) che hanno ridotto la quantità o ha tagliato sulla qualità della spesa per alimenti nel 2013, secondo le elaborazioni della Coldiretti. Gli acquisti di prodotti alimentari nel 2013 sono diminuiti del 3 per cento dall’inizio della crisi nel 2008, ma – sottolinea la Coldiretti – è nel 2014 che si è toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) nei primi due mesi rispetto allo stesso periodo del 2013.
Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo. Più di otto italiani su dieci (81 per cento) – conclude la Coldiretti – non buttano il cibo scaduto con una percentuale che e aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014, secondo Waste watcher knowledge for Expo. Un ricetta che vale in Abruzzo e in tutto il mondo.