La ricetta del Codacons per riportare respiro al mercato: deve destinare maggiori risorse per aumentare la busta paga dei lavoratori. “Se il Governo con la legge di stabilità vuole puntare a rilanciare i consumi attraverso la riduzione del cuneo fiscale – sostiene l’associazione dei consumatori – dovrebbe non solo ridurre la platea dei beneficiari ai redditi piu’ bassi, ma anche destinare piu’ risorse (228 euro per chi ha un reddito di 15.000 euro sono ben minori rispetto alla perdita del potere d’acquisto dovuta all’aumento del costo della vita) e concentrarle tutte nell’aumento della busta paga del lavoratore e non nella riduzione del costo del lavoro”.
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, ricorda il Codacons, “a settembre la retribuzione lorda per ora lavorata (dati destagionalizzati) registra una diminuzione dello 0,9% rispetto al mese precedente. In termini tendenziali l’indice grezzo diminuisce del 1,7%. Rispetto a settembre 2012 la retribuzione lorda per dipendente registra una diminuzione dello 0,3%”.
Per il Codacons “è questo il problema dell’Italia: dal 2002 ad oggi stipendi e pensioni non sono più state adeguate all’aumento del costo della vita e, dopo 11 anni di erosione e dopo aver intaccato i risparmi, ora i consumi precipitano persino per i beni di prima necessità. L’associazione di consumatori ricorda che, nonostante a settembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) sia diminuito dello 0,4% su base mensile e cresciuto relativamente poco, dello 0,8%, rispetto a settembre 2012, si tratta comunque di una perdita del potere d’acquisto notevole. Un divario annuo dell’1,1% tra retribuzione lorda ed inflazione, tradotto in cifre, equivale, per una famiglia di 3 persone, ad una stangata, in termini di aumento del costo della vita, pari a 384 euro. Una tassa invisibile che impoverisce sempre più i lavoratori”.