Non arrivano segnali confortanti dalle prospettive per l’economia italiana, prima di tutto sul fronte della spesa delle famiglie, che segnerebbe un ulteriore crollo del 2,4 per cento nell’anno in corso per poi crescere di un misero 0,2 per cento nel 2014. Si resta ancora ben lontani dai livelli pre-crisi, tanto più che gli italiani continuano a fare i conti con la disoccupazione in aumento, mentre calano redditi e potere d’acquisto.
Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in occasione della diffusione dei dati Istat. Tra il 2008 e il 2012 la contrazione della spesa delle famiglie per colpa della crisi è stata spaventosa, con una perdita di quasi 45 miliardi di euro in termini assoluti”, osserva la Cia.
In particolare, spiega la Cia, si è ridotto del 19 per cento il budget per auto, trasporti e benzina (-22 miliardi di spesa dall’inizio della recessione) e del 14 per cento quello per abbigliamento e calzature (-9,5 miliardi).
La stessa spesa alimentare, negli ultimi cinque anni, ha perso costantemente “pezzi” -continua la Cia- lasciando per strada in media 2,5 miliardi l’anno. La situazione economica del Paese ha costretto gli italiani a tagliare mano a mano il “portafoglio” destinato alla tavola, che oggi ammonta a 117 miliardi complessivi (-9,6 per cento dal 2008).
Insomma, la “spending review” domestica ha assorbito tutto quello che ha potuto, compreso il budget per il cibo -evidenzia la Cia. Inoltre, per risparmiare, nel 2013 oltre la meta’ delle famiglie (il 53 per cento) gira più negozi alla ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento ritorna a fare la scorta con i “formati convenienza”; il 24 per cento elimina gli sprechi e torna a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina. Infine il 16% delle famiglie rinuncia del tutto a pranzi e cene fuori dalla mura domestiche (ristoranti, trattorie, tavole calde, fast-food, pizzerie)