[box_light]Pubblichiamo la bellissima riflessione di un nostro lettore che va oltre il semplice affetto di un cliente di vecchia data. Attraverso le sue parole abbiamo amato anche noi la signora dalla pettinatura impossibile e il gelato al marron glacé.[/box_light]
Il mercato è un giudice infallibile, decreta senza ombra di dubbio la competitività di un’azienda. detto questo, personalmente ritengo il suo gelato ancora il migliore della città; i miei amici prendono quello bio 3 porte più su, altri quello siciliano sotto i portici di piazza salotto ed io solitario, il dolcissimo marron glacèe e zabaione con panna al cucchiaio. Adoro Camplone e il suo appeal retrò così conservatore e reazionario e quell’atmosfera da partito liberale prima repubblica. Purtroppo, il mercato ce lo conferma, oggi abbiamo bisogno di cose autentiche, cerchiamo le icone, che però si ammantano di codici stilistici contemporanei per essere fruibili. Ecco Camplone è forse rimasto troppo fedele a se stesso, chiuso nella sua roccaforte stilistica e selettiva; nel frattempo il mondo è cambiato e probabilmente molti costi sono cambiati, quel transatlantico costa, e tanto, solo a riscaldarlo costa come il PIL di un baretto qualsiasi di via piave o piazza muzi. Verrà rilevato presto da un grosso gruppo specializzato in catering per 4 soldi, che lo rilancerà a dovere e lo aprirà alle nuove generazioni. Perderemo la signora con l’acconciatura impossibile e tutti i suoi ori, e ci dispiacerà molto vedere quel meraviglioso grande bancone in massello dal valore incalcolabile oggi, riportato a nuova vita e offerto all’ignoranza e alla volgarità delle masse festaiole da happy hour dei giorni nostri. fugit irreparabile tempus, grazie camplone, il tuo marron glacèe o come si scrive rimarrà sempre nel mio cuore.
R.Q.