Eredi Legonziano trionfa al Premio Gino Friedmann, giunto alla seconda edizione, che rappresenta una finestra sul vino nel mondo della cooperazione, realtà sempre più protagonista dell’enologia italiana. La cantina lancianese si è aggiudicata la massima onorificenza, Il Gran Premio ai migliori 5 vini, con il suo acclamato Metodo classico “36” tra gli oltre 150 presentati
“Un riconoscimento di cui la cantina Eredi Legonziano è molto fiera” spiega il presidente Valentino Di Campli. “Un premio che ripaga anni di ricerca, investimenti e sforzi di tutti i soci, amministratori e dipendenti, verso il continuo miglioramento qualitativo della produzione e l’affermazione commerciale dei nostri Vini e Spumanti 100% Abruzzo”.
A certificarlo una giuria di giornalisti specializzati che si sono riuniti a Faenza ed hanno degustato vini provenienti da tutta Italia. Il curatore del premio Giorgio Melandri (Gambero Rosso, Emilia-Romagna e Alto Adige) ha riunito un panel di giornalisti-degustatori di grande spessore nel mondo del vino: Adua Villa (personaggio televisivo molto noto per 8 anni sommelier de La Prova del Cuoco e titolare di una rubrica fissa su La Freccia Rossa), Francesco Abate (Slowine Slow Food Sicilia), Alessandro Bocchetti (Gambero Rosso Abruzzo), Giuseppe Carrus (Gambero Rosso Sardegna e vice curatore della guida Vini d’Italia/Tre bicchieri), Francesco Falcone (Espresso, Enogea), Nicola Frasson (Gambero Rosso, Veneto), Filippo Apollinari (Enocode, sito web specializzato sul vino di qualità).
“Per anni ai margini dell’enologia di qualità a causa di stereotipi duri a morire, le cantine cooperative cominciano a dimostrare la loro capacità di coniugare il forte radicamento territoriale e la grande qualità, ricercata in ogni passo del processo produttivo”. Questo il commento del curatore Giorgio Melandri, secondo cui “il vino cooperativo si pone sempre più come ambasciatore dei territori con prodotti capaci di esprimere appieno le variegate anime dell’universo enologico italiano”.
Gino Friedmann, al quale questo premio è intitolato, è stato, nella prima metà del ‘900, il pioniere italiano del cooperativismo agricolo, in special modo enologico. Modenese di nascita, fu capace di farsi promotore della cooperazione agricola come mezzo di organizzazione produttiva, per dare uno sbocco di mercato vantaggioso alla miriade di piccoli agricoltori, che fino ad allora non erano riusciti ad esprimere il loro potenziale. Ma soprattutto egli è stato alfiere dei valori di collaborazione e condivisione, alla base dell’idea stessa di cooperazione.
Ideali che anche la cantina Eredi Legonziano condivide e interpreta appieno.