Bionda o scura, liscia o spumeggiante, italiana, ma anche no: piace sempre di più la birra. Piace talmente tanto che se i consumi alimentari calano del 3%, il settore birraio rimane stabile, a 13 milioni di ettolitri e un giro d’affari di 5 miliardi di euro annui.
Dati che fanno gioire AssoBirra, una delle sigle del settore che è florido anche sotto altri punti di vista: i birrai non sono solo quelli di vecchia tradizione, ma a questi se ne sono aggiunti migliaia di nuova generazione, in tutta Italia. E la birra artigianale sta diventando uno dei campi che aprono le porte alla riconversione professionale di tanti: ad esempio in Abruzzo pochi anni fa avanzavano le dita di una mano per racco tare il settore, ora i birrifici attivi sono 16, che diventeranno circa 20 entro fine anno, dicono gli addetti ai lavori.
Perché? Perché la birra piace a tutti: il 71% dei consumatori è maggiorenne (il 60% nel 2010), con una supremazia netta negli under 50, da quell’età in poi in genere si preferisce vino. Poi: la birra piace sia a chi la sceglie ad hoce (dal 35,3% al 36,3% nel periodo 2012-2013) che a chi vi pasteggia (da 7,2% all’8,5%). Inoltre, grazie alla sua varietà di colori e proprietà, la birra si abbina bene anche al cibo, sia che sia ingrediente che libagione, tanto da fare il suo ufficiale ingresso nelle carte dedicate di sempre più ristoranti. Quindi: i sapori forti, come prosciutti, salumi e uova si legano bene con le luppolate, piatti vegetariani, pesce e bolliti e frittate con le bianche ad alta fermentazione, mentre per carni rosse, i formaggi dure e le paste dai sughi decisi via libera a birra doppio malto, speciale e d’abbazia.