Un flash mob per lavare in pubblico i panni sporchi che vedono soccombere ogni anno centinaia di donne sotto le mani feroci dei loro compagni. Un grido da levare in alto per la giornata internazionale contro la violenza alle donne “Un abbraccio non soffoca”, perché siano sempre di più le donne vittime di violenza a restare vive, a denunciare e a liberarsi da quell’abbraccio.
Spot evocativi e toccanti, come quello del creativo Sandro Menga per la campagna di sensibilizzazione silente dei centri Antiviolenza Donn.è che domani terranno gli sportelli aperti anche in luoghi inconsueti per l’ascolto (Ortona Center, Conad City Tollo, Sisa, Bar del centro, davanti alle scuole, in ospedale, in strada e nei parchi) per allargare l’attenzione contro un “fenomeno” che non si arresta (guarda lo spot). Spot intensi e di grande forza come “Non chiamarlo amore” di Francesca Comencini, di qualche anno, fa che abbiamo scelto per la nostra copertina.
Spot coinvolgenti, come quello che ha reso interpreti i dipendenti della Regione, coinvolti dalla Commissione Pari Opportunità in una campagna di “genere misto” (guarda lo spot) che mette insieme facce voci maschili e femminili, com’è normale che sia. Come quella che ha accompagnato la presentazione del fronte del “Noi no”, sempre in Regione, con la presidente Gemma Andreini attorniata da uomini noti e non con indosso magliette esplicative.
Clicca sul link per conoscere tutti gli eventi in corso dal sito del Centro Antiviolenza Ananke di Pescara.
Le t-shirt “Noi no” hanno contagiato il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, alcuni rappresentanti del mondo dello sport, come i componenti della squadra della pallanuoto Pescara Original marines serie B. Per cultura, musica e spettacolo alcuni cabarettisti come Germano D’Aurelio, Vincenzo Olivieri, Marco Papa, Stefano Perrotta, il musicista e compositore Davide Cavuti, il pianista e compositore Michele Di Toro e altri personaggi di spicco. “Anche in Abruzzo – ha spiegato Gemma Andreini della Commissione regionale pari opportunità e presidente del Soroptimist di Pescara – gli uomini si mobilitano e ci mettono la faccia per ribadire il loro no alla violenza sulle donne”.
Non basta. Sono mobilitati anche gli artisti, anzi, le artiste abruzzesi, italiane e internazionali insieme per dire no alla violenza, e per agire la forza, la libertà e la bellezza femminile. L’evento Magfest è curato dalla regista Annamaria Talone, è promosso dall’associazione Maglab in collaborazione con il Centro Antiviolenza Ananke, in copartecipazione con la Consigliera di Parità della Provincia di Pescara, con il patrocinio della Commissione Pari Opportunità della Regione Abruzzo e dell’Assessorato alle pari Opportunità del Comune di Pescara.
E saranno gli studenti di 120 scuole abruzzesi a ricordare al mondo che li circonda che giornata si celebra, perché alle 11 urleranno lo slogan della campagna regionale “Un abbraccio non soffoca” e si cimenteranno in un simbolico abbraccio catartico, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Consigliera di Parità della Regione Abruzzo, Letizia Marinelli. Gli stati generali dell’ordine e del controllo sul territorio sono stati invece radunati nella sede del Consiglio Regionale a Pescara, per dare il là ad un protocollo interistituzionale regionale volto alla creazione di un sistema di intervento integrato per il contrasto della violenza sulle donne.
I dati? Prendiamo quelli annuali del Telefono Rosa, datati marzo, però, dicevano, allora, che gli episodi sono diventati più “fisici”e sono passati dal 18% al 22 i casi di violenza violenta. Un’escalation. L’autore è il marito (48%), il convivente (12%) o l’ex (23%), un uomo tra il 35 e i 54 anni (61%), impiegato ((21%), istruito (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Non fa uso particolare di alcol o di droghe (63%). Insomma, un uomo «normale». Così come normale è la vittima: una donna di età compresa fra 35 e 54 anni, con la licenza media superiore (53%) o la laurea (22%); impiegata (20%) o disoccupata (19%) o casalinga (16%), con figli (82%). La maggior parte delle violenze continuano ad avvenire in casa, all’interno di una relazione sentimentale (84%), in una famiglia «normale». Infatti il dato più violento che emerge dal campione di 1.562 donne che si sono rivolte a Telefono Rosa nel corso del 2012, però, è quello dell’82% che dichiara di avere figli che assistono alle violenze, il 7% in più rispetto all’anno precedente.