L’Abruzzo è maglia nera in Italia per la qualità delle acque di balneazione secondo il rapporto presentato dal Ministro Lorenzin. La nostra regione figura all’ultimo posto della classifica che vede in testa Emilia Romagna e Venetomentre i punti di balneazione peggiori sono per le zone costiere quelli dell’Abruzzo (la percentuale di conformità è dell’84.75%) e per le zone interne quelli del Lazio (sono conformi per il 75%).
Un dato che è stato subito commentato dal WWf Abruzzo e dalla Cna balneatori con estrema preoccupazione.
Per il WWF Abruzzo si sta pagando la pervicace volontà di non affrontare con la dovuta energia la mala-gestione del settore delle acque e del territorio. I fiumi sono ridotti a fogne e la costa (e non solo) è stata quasi completamente urbanizzata senza pensare ai servizi di base come la depurazione con ovvie conseguenze sul nostro mare.
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF regionale “L’Abruzzo del turismo balneare si presenta con questi dati sconfortanti sul palcoscenico nazionale, frutto di una gestione scriteriata del territorio e dell’incredibile situazione dei fondi connessi alla gestione delle acque. Moltissimi depuratori sono abbandonati o mal-funzionanti; gli investimenti non sono stati fatti e nonostante ciò le aziende che gestiscono la depurazione hanno centinaia di milioni di euro di debiti. In questo contesto, che penalizza fortemente l’economia, le strutture regionali e in particolare l’assessorato ai Lavori Pubblici e il Comitato VIA, hanno varato, tra le contestazioni dei soli ambientalisti e di due comuni, Fossacesia e Farindola, un Piano di Tutela delle Acque che rimanda addirittura al 2027 il risanamento di molti fiumi, per i quali le normative europee prevederebbero invece il raggiungimento dello stato “buono” delle loro acque entro il 2015. A parte le ovvie considerazioni sulla situazione ambientale che pare interessare solo gli ambientalisti, i balneatori e gli albergatori sanno che la Regione ha chiesto decine di deroghe rispetto agli obiettivi di qualità comunitari? Sanno che sono stati privilegiati gli interessi dei concessionari per l’idroelettrico rispetto al loro comparto? In tale disastro, oltre a stigmatizzare l’atteggiamento dilatorio di chi è preposto a far rispettare le norme sulla qualità dell’ambiente, è sconfortante pensare che si destinano oltre 500 milioni di euro alla realizzazione della famigerata e inutile strada pedemontana Abruzzo-Marche e alla depurazione 1/10 di queste risorse. Ora il Piano di Tutela delle Acque, adottato nel 2010, dovrebbe essere approvato dal Consiglio Regionale. In quella sede è urgente apportare profonde modifiche per cambiare strada seriamente”.
Il grido di allarme della CNA Mentre le piccole imprese turistiche della nostra regione si ingegnano quotidianamente per poter sopravvivere, in una situazione di crisi gravissima, sull’Abruzzo si abbatte un incalcolabile danno di immagine provocato dalla diffusione dei dati sulla qualità delle acque di balneazione. E adesso la Regione, assieme alle amministrazioni comunali costiere interessate, deve darci una risposta immediata sul proseguimento della stagione balneare». Lo afferma da Bruxelles – dove si trova per una serie di incontri con le istituzioni dell’unione europea dedicati ai problemi delle concessioni balneari marittime – il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei, secondo cui «ci troviamo di fronte, per quel che riguarda soprattutto l’aspetto legato alle foci dei fiumi, come nel caso del tratto compreso, a Pescara città, tra via Balilla e il porto, ad una questione vecchia di anni. Senza che si sia cercato davvero di metterci riparo; e lo stesso discorso vale per gli altri punti critici, individuati dal ministero della Salute, in alcuni dei principali centri costieri, come quelli della costa teramana o teatina».«Eppure – accusa ancora Tomei – nelle scorse settimane era stata la stessa Agenzia per il controllo ambientale, l’Arta, a mettere in guardia le istituzioni sul rischio di una autentica stangata, ma invano. E così, in piena stagione estiva, sono arrivati dati che marchiano l’Abruzzo in modo devastante, con un primato negativo». «A questo punto – conclude – chiediamo alle maggiori istituzioni, Regione e Comuni soprattutto, di intervenire drasticamente per modificare questo stato di cose. E riconsegnare all’Abruzzo, già nel corso delle prossime settimane, quella immagine turistica che merita per le sue bellezze naturali e per l’impegno degli operatori».