L’Abruzzo vuole accogliere in un modo nuovo, aprirsi al mondo e ai tanti visitatori che ancora non lo conoscono. Con questo intento è nato il progetto di legge sulla disciplina dell’albergo diffuso che è stato approvato ieri dal consiglio regionale. Un’idea che nella realtà abruzzese ha un esempio noto a livello europeo, Sextantio, il primo, cronologicamente, albergo diffuso nato a Santo Stefano di Sessanio dalla creatività e lungimiranza dell’imprenditore di origini svedesi Daniel Kihlgren.
Il progetto di legge sulla disciplina dell’albergo diffuso era stato presentato nel giugno scorso, a Pescara, dal Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano.. “L’idea portata avanti a Santo Stefano – aveva spiegato Pagano illustrando il progetto di legge – è stata vincente, farne dell’Abruzzo un albergo diffuso significa coniugare un’iniziativa economica in una culturale che sia importante e offra spunti di dibattito in Abruzzo. Significa promuovere il turismo con il recupero dei centri storici. Nella nostra regione ci sono tanti centri storici belli, che potrebbero essere recuperati, un passo che assume una valenza altissima, soprattutto in questo momento difficile per i piccoli paesi che combattono contro lo spopolamento. Farlo significa anche rispondere ad una duplice finalità: conservare il patrimonio edilizio esistente e favorire l’arrivo di nuovi flussi turistici con nuove forme di ospitalità”.
Soddisfazione è stata espressa anche dall’Assessore Regionale al Turismo, Mauro Di Dalmazio: “E’ una legge molto importante che, con il Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano e con altri consiglieri, abbiamo voluto e condiviso” ha affermato “La legge va ad incidere in una tipologia d’ospitalità’ particolare che si coniuga con il recupero architettonico-urbanistico di borghi medievali mai abbandonati. In Abruzzo abbiamo uno degli esempi più fulgidi di albergo diffuso famosissimo e conosciuto nel mondo intero: quello di Santo Stefano di Sessanio, particolarmente apprezzato da ospiti prestigiosi e famosi».