Si terrà sabato prossimo, 12 aprile, a Guardiagrele, il secondo incontro di “Mia madre è una montagna”, ciclo di eventi organizzato da “Le Majellane” associazione di donne provenienti da diverse località abruzzesi che hanno in comune il sentirsi “figlie della montagna madre” di cui intendono conoscere e interpretare segni e storie antiche. All’incontro, che si terrà presso l’Auditorium, parteciperà Silvano Agostini della Soprintendenza Archeologica di Chieti che interverrà sul tema: “I racconti delle grotte della Majella”.
Al primo incontro, tenutosi il 22 marzo scorso aveva partecipato la dirigente della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, Adele Campanelli, intervenuta sul tema – “Madre e Maestra” aspetti del femminile nell’archeologia abruzzese .
“A un certo punto della mia vita mi è arrivato, all’improvviso, il richiamo dei miei luoghi d’origine, Guardiagrele e la sua Majella. Ma mi è arrivato con la potenza di una narrazione diversa da quella consueta: come terra di potenza mitica,antichissima e rimossa di storia di donne. Ho scritto una “memoria” su questa lettura di “cuore” e di “anima” e l’ho intitolata ” Mia madre è una montagna”spiega Edvige Ricci, organizzatrice degli eventi “In sintesi, dice di sperare che la terra di Majella recuperi , tra l’altro, la memoria della Grotta della Dea e di quanto testimoniato nella Tabula rapinensis, trovata a Rapino da Mommsen , ma poi portata in Germania e quindi trafugata dai russi. La lettura di questo scritto desiderante ha trovato molte amiche che si sono entusiasmate e hanno deciso di muoversi insieme per recuperare la Tabula, ma soprattutto la sua testimonianza. L’idea è anche di riacquisire la convinzione che noi donne non veniamo solo da un passato di miseria, ma anche di potenza e di governo delle comunità. Quindi è nata l’associazione Le Majellane; ma la cosa incredibile è che gli archeologi ci danno retta e si stanno spendendo per noi. La relazione della Campanelli, nel primo incontro, è stata a dir poco entusiasmante. Adesso tocca ad Agostini e poi a D’Ercole, che parlerà proprio della possibilità di recupero della tabula”