Dove mangiare: se al mare o in montagna, in un ristorante stellato o in un’osteria. Dove comprare: se in una bottega storica o in un agriturismo, dai contadini o dai portatori sani di gourmet. Cosa mangiare o comprare: se le tipicità che raccontano storie e territori o prodotti abruzzesi a km zero. Che fare oltre a mangiare: dalla montagna alla costa, c’è tutto l’Abruzzo nella prima guida di Repubblica, uscita lunedì scorso in edicola e presentata a Pescara dallo staff al completo, nell’allestimento green del padiglione ex Cofa del Porto Turistico Marina di Pescara, pronto per l’apertura di Mediterranea.
Non era una festa, l’evento è stato in forse per via dell’incidente occorso alla fabbrica di fuochi d’artificio fra Città Sant’Angelo ed Elice. Ma una presentazione sobria di un lavoro che mette insieme tutta la realtà enogastronomica abruzzese. Tanti rappresentanti di questo mondo erano presenti quando il capo redattore della Cronaca di Roma di Repubblica, Giuseppe Cerasa, curatore della guida, ha spiegato e fatto il singolare appello delle eccellenze descritte.
“Questa idea è nata ai tavoli dell’Hotel Zunica di Civitella del Tronto – ha raccontato Cerasa – con il titolare ci siamo detti, perché non raccontare l’Abruzzo enogastronomico in un modo diverso, senza fare recensioni, ma descrizioni, perché così siano i territori a parlare da soli, attraverso la propria storia e le eccellenze di cui sono portatori. Ecco, la guida è nata così e girando per ristoranti e locali per tracciare una mappa di ciò che sarebbe stata, abbiamo confermato la nostra intenzione più narrativa che selettiva e siamo riusciti a dare risalto a tutte le eccellenze trovate, sci compreso, c’è una sezione tutta dedicata alla montagna ed è una delle novità del volume”. Un vademecum, dunque, facile da sfogliare e da tenere in borsa, o magari nello zaino, che ti consiglia il posticino dove trovare quel qualcosa di abruzzese che cerchi o assaporare quel piatto particolare che vorresti, come farebbe un amico.
Abruzzese in gran parte anche la squadra che ha redatto le storie della tipicità regionale come da primo approccio, quello intimo e intenso generato in quel di Civitella del Tronto e ha contribuito a fare da specchio
a una realtà che esiste, va avanti e chiede di essere conosciuta, molto di più di quanto non lo sia ancora. La guida abruzzese è la terza in ordine di tempo, dopo Lazio e Umbria, ha nomi importanti, anche dell’economia locale, che l’hanno resa possibile e che, si spera, la rinnoveranno per la seconda edizione: “Ci sono buone premesse, ancora Cerasa, speriamo che questo diventi un appuntamento regolare”.
Costruttivi i primi consigli e le impressioni a caldo racconte intorno ai volumi freschi di stampa: “Un lavoro che serve – così il vice presidente della Camera di Commercio Dante Salce – perché non solo illustra ma racconta”. “Al nostro mondo serve visibilità – dice Daniele Zunica, chiamato in causa dal racconto di Cerasa – abbiamo tanto da dare ancora e un patrimonio di identità che va raccontato nel modo giusto”.
Tanti amici, facce del mondo della ristorazione e dell’imprenditoria collegata, vini, pasta, eccellenze varie. Andrea Beccaceci, a capo della cordata Qualità Abruzzo, 11 ristoranti e pasticceri di pregio: “La guida illustra un mondo che sta provando a resistere alla crisi – dice – su questo mondo si può e deve puntare, perché offre opportunità, è un eccezionale promotore dell’Abruzzo, può e deve contare di più soprattutto fuori dai suoi confini, per diventare più attrattivo. Le qualità le ha tutte perché ciò avvenga”. C’è anche un’eccellenza abruzzese esportata a Roma, lo chef vastese Nazzareno Menghini, nella capitale è il motore della cucina dell’Hotel Debussy: “E’ un Abruzzo che emoziona quello da raccontare, questa guida loca, emozionando”. Così anche il presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano: “Abbiamo una grande storia enogastronomica – ha sottolineato nel suo intervento – dobbiamo tutelarla e promuoverla perché parla di talenti. Quelli del territorio che ne ha tanti, dalla montagna al mare, quelli degli abruzzesi che li rendono noti, in cucina, nei locali, ovunque si possa assaporare il gusto vero della nostra fantastica regione”.
E ancora pasta, c’è Francesca Verrigni: “Racconta un abruzzo che è attuale, giovane e che rappresenta la sfida del futuro”; il vino, c’è Marina Cvetic Masciarelli: “In questa terra si sta verificando qualcosa di unico, le aziende sono di seconda e terza generazione, capita raramente in Italia, sono i figli che stanno dando un nuovo futuro a questo settore”; c’è l’accoglienza con Giuseppe Tinari, chef storico del ristorante Villa Majella: “Le nostre materie prime sono eccezionali, come le mani che le lavorano, non si può parlare delle prime senza raccontare le seconde”; c’è il momento di passare dalle parole ai fatti, con l’aperitivo fingerfood preparato da alcuni dei ristoratori di Qualità Abruzzo: Luca Pannunzio e la sua Locanda Manthoné di Pescara, che presenta anche il Ritrovo d’Abruzzo e la Bandiera di Civitella Casanova e la pasticceria di Caprice.
Io a n y. Sono Veramente orgoglioso Di essere abruzzese. Ho un ristorante a ny trattoria lincontro io sono Di origine orsognese e faccio Molto per I prodotti abruzzesi e sono Molto contento Di vendere Che la nostra regione e venuto cosi in alto tra la gastronomia e cortesia e Sei beeliaaimi posti Di alloggio. Keep it up. Forza abruzzi