Una buona notizia: in città il verde urbano è cresciuto! Infatti, nei capoluoghi di provincia, Abruzzo non escluso, la superficie occupata da parchi e giardini cresce in media di quasi l’1% l’anno, avendo guadagnato negli ultimi dieci anni 4 mq per cittadino. Quindi oggi ogni abitante ha a disposizione mediamente 30 mq di prati e parchi. Ma se ancora c’è tanto da fare in questo senso, l’agricoltura italiana sta dimostrando di aver colto questa tendenza positiva, promuovendo una nuova sinergia con l’architettura e lavorando a soluzioni urbanistiche innovative in grado di rispondere efficacemente alle rinnovate esigenze della vita urbana.
Lo scrive la Cia, confederazione italiana agricoltori, in una nota commentando i dati del rapporto Istat sulla qualità ambientale nelle città italiane nel 2012. I nuovi stili di vita e le emergenze ambientali – spiega Cia – ci impongono di concepire in modo nuovo gli spazi urbani, dando al verde un ruolo diverso. Non più solo limitato ad aree circoscritte della città: oggi l’elemento naturale si insinua all’interno delle architetture in modo nuovo, penetrando negli spazi e negli interstizi ricavati nella tessitura delle costruzioni urbane. Ed è così che nascono i giardini verticali, muri vegetali, ‘garden roof’ o gli edifici incastonati all’interno di dune verdi.
Queste sono le nuove forme del verde che nascono dalla ricerca del più recente vivaismo specializzato, che lavora già da diversi anni in tandem con l’architettura più sensibile all’aspetto ambientale delle costruzioni. Il verde – ricordano dalla confederazione italiana agricoltori – aumenta la vivibilità dentro le mura cittadine, svolgendo una duplice funzione. Da una parte contiene gli effetti dello smog -responsabile dell’11% dei casi di aggravamento di asma dei bambini e del 18 per cento dei problemi acuti negli anziani affetti da problemi respiratorie e, dall’altra, è un fattore capace di aumentare la vivibilità del centro urbano, considerato l’effetto benefico che il verde ha anche da un punto di vista psicologico per i cittadini. Agricoltura e vivaismo hanno raccolto prontamente la sfida di una ‘rinaturalizzazione’ degli spazi urbani, imposta anche dai parametri di Kyoto. E lo fanno – conclude Cia – rispondendo alla richieste sofisticate dell’urbanistica più ‘eco-friendly’. Ed è così che nasce un nuovo mestiere per l’agricoltore di oggi, che produce verde urbano, una figura al passo con i tempi, che coltiva aiuole spartitraffico o pareti verticali sulle facciate degli edifici.