Lavorare quando un lavoro non si ha più, o quando le prospettive di un lavoro sono lontane, vaghe. Dare la terra che resta incolta a quanti si trovano in queste condizioni e vogliano raccogliere la sfida di un futuro diverso in tempo di crisi, con la ripresa non solo da costruire, ma anche da inventare. Nasce dall’esigenza di dare queste risposte il disegno di legge regionale a cui si sta lavorando la consigliera Pd Marinella Sclocco. Un’esigenza che mette insieme sociale, lavoro, innovazione e identità, argomenti che seguono la sua storia politica e amministrativa sugli scranni regionali da sempre e che sono sintetizzati in un’idea che è già un buon esempio. “Ho scoperto un’iniziativa simile in Sardegna, recentissima – racconta Marinella Sclocco – Il territorio demaniale viene dato in uso agli agricoltori di età non superiore ai 40 anni. Questa idea mi è piaciuta, mi sono informata meglio e ci siamo messi all’opera con gli uffici regionali competenti perché diventi possibile anche in Abruzzo, attraverso la redazione di un progetto di legge ad hoc che va condiviso con le associazioni di categoria, perché possa avere tutte le finalità che servono al nostro scopo: dare un sostegno a chi ne ha bisogno, un’opportunità a chi vuole rimettersi o mettersi in gioco, una chance alla qualità che rappresenta l’Abruzzo e tutta la filiera agricola”.
Lavorare la terra che sta salvando l’economia, dunque, ma quella terra che in tanta parte del territorio regionale è stata lasciata incolta, vittima delle aspirazioni al progresso tradite dalla realtà della crisi, della difficoltà di dare un futuro giovane agli investimenti in agricoltura dei padri dei propri padri, a causa della burocrazia, delle tasse, della spesa che a volte è maggiore dell’impresa e che ha convinto tanti agricoltori a smettere. E non solo quella: “Si potrebbe estendere agli enti pubblici il principio, penso ai Comuni, le Province, ad esempio – continua la Sclocco – Immagino un testo semplice, snello, che renda agevole la riconversione di questi terreni che altrimenti resterebbero abbandonati e la cessione a destinatari senza particolari limiti di età. Perché il nostro mercato regionale è fatto sì di giovani che non trovano lavoro, ma ci sono tante persone fra i 40 e 50 anni che sono in difficoltà, che hanno poche opportunità di tornare attivi e che magari attraverso la terra potrebbero provare, volendo. Questa idea nasce ora anche perché la terra è tornata ad essere un orizzonte interessante, molti giovani si iscrivono agli istituti agrari, molti figli di agricoltori si rimettono a fare il lavoro dei padri, insomma è il momento buono per pensare qualcosa di utile per queste categorie e mettere nero su bianco uno strumento che sia di aiuto, che possa agire in sinergia con gli altri strumenti economici e finanziari attivi a livello regionale e cambiare un po’ di sorti”.
Non solo quelle economiche, ma anche agevolare l’innovazione sul mondo agricolo, favorendo anche l’ingresso di giovani generazioni che non hanno mezzi per acquistare terreni, ma voglia di lavorarli. “E’ una scelta salutare – sottolinea Marinella Sclocco – Perché l’agricoltura è portatrice di buona alimentazione, di cultura, di identità regionale, di salute, appunto e quindi di una qualità su cui bisogna investire, ancora di più. Questo strumento spero si aggiunga ad altri e diventi utile per lo scopo. Gli uffici legislativi appronteranno una bozza, la condividerò, come detto, con associazioni di categoria, i sindacati, voci in grado di perfezionare l’idea e strutturarla sul territorio e sulle esigenze dei destinatari di riferimento. Poi, l’Abruzzo ha un patrimonio di qualità che si può esprimere in tanti modi, il nostro scopo è mettere nelle mani degli amministratori pubblici una risorsa in più per fare politica anche sociale e aiutare l’economia del territorio, attraverso avvisi, bandi, vedremo. Ciò che importa è che il cammino di questo progetto sia iniziato e vada avanti, per arrivare, speriamo entro settembre, ad un traguardo utile, perché dà possibilità alla terra di riprendere vita e alle persone di lavorare e produrre”.