Non è buono il responso di Goletta Verde sulle acque abruzzesi. Questa mattina è arrivata a Pescara e gli ambientalisti hanno presentato i dati riguardanti il mare abruzzese. Presenti anche l’assessore regionale al turismo Mauro Di Dalmazio e il comandante della Direzione marittima Luciano Pozzolano. Su nove punti di prelievo sette sono risultati “fuorilegge” e di questi sei sono “fortemente inquinati”.
In sintesi, l’80 per cento dei campionamenti effettuati il 21 giugno scorso dai biologi della Goletta verde lungo le coste abruzzesi, principalmente alle foci di fossi e torrenti, hanno evidenziato la presenza di una carica batterica eccessiva, ben oltre le soglie consentite dalle legge. Nello specifico in provincia di Teramo sono stati effettuati quattro campionamenti. Il primo, che è stato fatto a Giulianova e precisamente nei pressi del canale tra il porto e lo stabilimento balneare presso il lungomare Zara, viene giudicato “fortemente inquinato”.
Altri punti “fortemente inquinati” sono risultati quelli nei pressi della foce del fiume Vibrata, nel comune di Alba Adriatica, e nei pressi della Foce del torrente Calvano nel territorio del comune di Pineto. Entro i limiti di legge, invece, i valori della carica batterica riscontrata nel campionamento effettuato nel comune di Roseto e precisamente di fronte alla spiaggia in localita’ Borsacchio.
Giudizio negativo anche per le analisi di uno dei due campionamenti effettuati a Pescara, E’ risultato infatti “fortemente inquinato” il campione prelevato nei pressi della Foce del fosso Vallelunga. Sempre a Pescara ha invece superato l’esame il prelievo nei pressi della spiaggia di via Balilla. Tutti oltre i limiti di legge gli inquinamenti riscontrati nei campionamenti in provincia di Chieti. Due di questi sono stati giudicati “fortemente inquinati”: si tratta dei prelievi effettuati nei pressi della Foce del Fosso Marino a Vasto e nei pressi della Foce del torrente Buonanotte del comune di San Salvo.
E’ risultato invece “inquinato” il prelievo effettuato nei presso della Foce del fosso San Lorenzo a Francavilla al Mare. Per i responsabili di Legambiente il monitoraggio ha evidenziato “gravi e croniche carenze di un sistema depurativo che impone una svolta immediata, cioe’ azioni risolutive e durature sul fronte della qualità delle acque abruzzesi”. In particolare Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, e Angelo Di Matteo, presidente Legambiente Abruzzo, hanno proposto un tavolo di coordinamento permanente tra istituzioni e associazioni di categoria per affrontare con urgenza le criticità rilevate.
“Le analisi – ha detto Giorgio Zampetti – testimoniano le gravi lacune che ancora oggi presenta il sistema depurativo regionale, inadeguato e non sufficientemente idoneo ad abbattere il carico inquinante dei volumi di acque reflue prodotto dall’agglomerato urbano. Il nostro monitoraggio – ha aggiunto – rispecchia quanto già emerso dai più recenti dati Istat 2008 secondo cui l’Abruzzo con il 53.8 per cento e’ tra le peggiori regioni d’Italia per l’esigua percentuale di popolazione servita da un efficiente servizio di depurazione”. Per Angelo Di Matteo la situazione della depurazione “non ha solo forti ripercussioni ambientali ma anche sociali ed economiche che l’Abruzzo non può più permettersi. Chiediamo – ha concluso – che questo venga messo al primo punto dell’agenda politica degli amministratori del territorio”.
Da parte sua l’assessore Di Dalmazio, a margine dell’incontro, ha ribadito quanto gia’ affermato in una recente conferenza stampa e cioé che il mare abruzzese è in larghissima parte balneabile. Inoltre l’assessore ha assicurato che ci saranno maggiori controlli relativamente alle aste fluviali.