L’imprenditoria vinicola abruzzese sul piede di guerra: il tema sul tavolo è il DM etichettatura, e in particolare l’articolo 16, che con la sua approvazione rischia di compromettere una delle più grandi denominazioni di vino rosso fermo italiano, il Montepulciano d’Abruzzo, che ormai da molti anni supera i 100-120 milioni di bottiglie prodotte e vendute in tutto il mondo.
Si è tenuta, nella sede del Consorzio Tutela vini d’Abruzzo, la riunione straordinaria con la presenza di tutte le associazioni di categoria regionali, che hanno sottoscritto un’importante documento d’intenti, dato che la proposta di una sorta di “liberalizzazione indiscriminata” dell’uso dei vitigni in etichetta, senza nessuna eccezione, porterebbe un danno incalcolabile in termini economici e di comunicazione, creando una vera distorsione di mercato.
“Si è deciso che tutto il mondo del vino abruzzese si opporrà in maniera compatta all’attuale stesura dell’articolo 16. – spiega Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini Abruzzo –Così formulato, recherà a tutte le denominazioni-vitigno, che sono un patrimonio unico della nostra enologia nazionale, un danno incalcolabile, andando in palese conflitto con il prezioso e tutelato made in Italy, il cui valore è dettato proprio delle nostre ambite “biodiversità” enoiche.”
La presenza del vitigno montepulciano in terra d’Abruzzo risale ad oltre due secoli: qui, grazie al particolare microclima della regione, ha trovato le migliori condizioni per vegetare e produrre vini di grande valore. La denominazione “Montepulciano d’Abruzzo”, nata nel 1968, negli anni è diventata un colosso della enologia non solo regionale, ma anche nazionale, e come tale deve continuare ad essere protetta.
Nel documento, si afferma che reinserire il sinonimo “cordisco” per il vitigno “Montepulciano” permetterebbe di porre un punto definitivo su una questione che si protrae ormai da troppo tempo: il montepulciano resterebbe patrimonio della regione che maggiormente ha creduto ed investito nel vitigno in questi ultimi 50 anni e, con l’inserimento del sinonimo CORDISCO nel Registro nazionale delle varietà, le denominazioni riconosciute in altre regioni, che contemplano la presenza del vitigno montepulciano nella base ampelografica di riferimento delle relative DO, potrebbero colmare il proprio gap informativo verso il consumatore riportando in etichetta il sinonimo.
Sia il Consorzio sia le associazioni Copagri, Confagricoltura, Confcooperative, Lega Coop, Coldiretti, DAQ Vino, Assoenologi e CIA chiederanno la revisione del testo in presentazione, con il mantenimento delle tutele esistenti in materia di utilizzo del nome del vitigno montepulciano alla sola regione Abruzzo.