Un vignaiolo benemerito è Francesco Paolo Valentini, che porta avanti un’azienda di famiglia immersa fra le colline di Loreto Aprutino e divenuta nota in tutto il mondo per la qualità dei suoi vini, per il metodo che mette insieme innovazione e tradizione, tecnica e sapore del territorio, nei vini, ma anche nell’olio che è l’altro punto forte del brand, che si sta facendo strada anche per la scelta di produrre cereali autoctoni su quelle colline.
Il premio ha valore anche simbolico, perché arriva per i 50 anni del Vinitaly, in quel di Verona dove dal 1973 si cerca di dare al vino spazio e opportunità. Ed è un riconoscimento che arriva dal Ministero delle Politiche Agricole e da Veronafiere su indicazione della Regione Abruzzo, avuto dalle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha aperto l’evento e che ha visto Valentini in compagnia di altri benemeriti di tutte le regioni d’Italia, premiato perché ha contribuito e sostenuto il progresso qualitativo dell’enologia italiana.
E, forse, anche sentimentale, visto che il “Cangrande ” va a coincidere con i dieci anni dalla morte di Edoardo Valentini, padre di Francesco, il vignaiolo che in Abruzzo, fra quelle colline, ha creato un riferimento per tutto il mondo.
“Vinitaly compie cinquant’anni, e sono lieto di essere oggi qui per inaugurare un’edizione così importante di questa rassegna, che è riuscita nel tempo ad accompagnare, interpretare, favorire la crescita di un grande prodotto italiano, divenuto sempre più vettore e simbolo della nostra qualità, apprezzata nel mondo – così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – Dal tempo in cui Verona decise di promuovere le prime Giornate del Vino italiano – ha proseguito il Capo dello Stato – si è avviato un cambiamento profondo, che ha riguardato tanto le produzioni agroalimentari e vitivinicole, il loro mercato, l’organizzazione d’impresa, quanto la società circostante, il rapporto con la natura e il territorio, la cultura del cibo e, dunque, il legame tra i prodotti della terra e la nostra stessa civiltà. Proprio la capacità di guidare l’innovazione è stata il segno più incisivo di questo percorso compiuto dai produttori di vino italiano”.
La strada percorsa in questi 50 anni da Vinitaly, nel segno dell’internazionalità del sistema vitivinicolo italiano è stata fondamentale. Nel 1967, dall’intuizione di Angelo Betti, a Verona nascevano Le Giornate del Vino Italiano e, con esse, il Vinitaly. «Da allora – ha ricordato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese – il Salone ha accompagnato e scandito l’evoluzione di un Paese che proprio attraverso il vino ha saputo farsi conoscere ed apprezzare in tutto il mondo.
Nel 2015 le nostre esportazioni vitivinicole hanno superato i 5,4 miliardi di euro, in crescita di oltre il 5% sul 2014. In questi giorni Verona è la capitale non solo del vino di qualità, perché il Paese ha sviluppato anche una importante industria manifatturiera al servizio del comparto, rappresentata all’interno del Vinitaly dalla rassegna Enolitech, dove troviamo, in questi giorni, anche Sol&Agrifood, manifestazione dedicata all’olio extravergine d’oliva e all’artigianalità dell’alimentare italiano”.
Ecco perché il premio a Valentini è completo, perché riguarda l’impegno e la dedizione della sua azienda, che è anche rispetto per la biodiversità e per tutto ciò che arriva dalla terra d’Abruzzo.
Oltre che a Valentini quest’anno il riconoscimento va a: Tenuta Parco dei Monaci di Rosa Padula (Basilicata); Carmine Maio (Calabria); Azienda Agricola San Salvatore 1988 (Campania); Alessandro Morini (Emilia-Romagna); Flavio Basilicata (Friuli Venezia Giulia); Azienda “Agricoltura Capodarco” (Lazio); Azienda Agricola “Cognata Gionata” (Liguria); Cristina Cerri Comi (Lombardia); Cantina Terracruda (Marche); Loredana Dragani (Molise); Franco Roero (Piemonte); Paolo Foradori (Provincia Autonoma di Bolzano); Anselmo Martini (Provincia Autonoma di Trento); Gianfelice d’Alfonso del Sordo (Puglia); Cantina Sociale Dorgali (Sardegna); Leonardo Taschetta (Sicilia); Gabriele Da Prato (Toscana); Filippo Peppucci (Umbria); Stefano Celi (Valle d’Aosta); Gianni Borin (Veneto).