Pasqua con il segno negativo per il turismo costiero, mentre andrà meglio per quello montano e le città d’arte. Sono le previsioni formulate da Cna Turismo per il lungo week-end festivo pasquale ormai alle porte, un fine settimana che si annuncia avaro di soddisfazioni per gli operatori del settore. Cna Turismo punta l’indice accusatore soprattutto sulle cattive previsioni meteo e sul perdurare di una crisi che colpisce direttamente le tasche degli italiani.
Così, le speranze di pienone vengono trasferite, almeno per il turismo costiero, a fine mese, ed in particolare al fine settimana compreso tra 25 e 26 aprile.
Tutto esaurito in montagna
«L’unico effetto positivo delle avverse condizioni climatiche – spiega Cristiano Tomei, illustrando l’esito di un rapido sondaggio condotto tra i propri associati – è l’annunciato “tutto esaurito” nelle località di montagna, ed in particolare in quelle dotate di impianti di risalita; il freddo delle ultime settimane permette ancora di sciare, e c’è da scommettere che gli appassionati non si lasceranno scappare quest’ultimo scampolo di stagione invernale».
Peggiori, al contrario, le previsioni per le aree costiere della nostra regione: la tendenza degli anni passati ad anticipare l’avvio della stagione balneare alle festività pasquali, quest’anno non potrà essere realizzata appieno: «Gli stabilimenti non anticiperanno le aperture, nonostante molti siano già pronti per affrontare la stagione estiva. Lavoreranno a pieno regime, invece, i ristoranti annessi agli stabilimenti».
In queste condizioni, insieme alla montagna, dovrebbero essere le città d’arte abruzzesi ad avvantaggiarsi dell’afflusso di turisti “last minute”, e con loro, tutte le strutture turistiche collegate: ristoranti, bar, pizzerie: «Un buon afflusso – aggiunge Tomei – dovrebbe essere appannaggio delle località in cui si tengono storiche processioni o altri eventi legati al turismo religioso, o che vantano strutture museale aperte nei giorni di festa». Contrastante, ma tendenzialmente negativo, infine, il giudizio sulle presenze turistiche negli hotel, mentre qualche speranza di prenotazioni aggiuntive, sul filo di lana, la nutrono gli esercizi turistici “alternativi”: agriturismo, bed & breakfast e rifugi di montagna.