“Non avvicinare e non offrire cibo alle Volpi, Garantiamogli un futuro di libertà”: recita così il Manifesto realizzato dall’Associazione D.F.P. per salvaguardare i numerosi volpacchiotti avvistati dalla scorsa estate a Villavallelonga, all’interno del territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. La presenza di cuccioli lungo le praterie adiacenti il sentiero R1 (in particolare nella località Prati d’Angro-Vallone Ciafassa), percorribile anche dai veicoli a motore, ha favorito, con il passare del tempo, comportamenti scorretti da parte di chi, inconsapevolmente e in assoluta buona fede, ha approfittato del loro atteggiamento confidente per avvicinarli, accarezzarli, scattare foto e offrirgli cibo.
“Comportamenti – spiega l’associazione – che si sono ripetuti durante tutti i mesi estivi, come anche documentato dalle numerose fotografie che sono state pubblicate sui social networks. Ora, con l’arrivo della stagione invernale e con la comparsa della prima neve, i volpacchiotti, spinti dalla fame e ormai abituati alla presenza e all’offerta di cibo da parte dell’uomo, si sono spinti giù per la valle fino all’abitato di Villavallelonga, rimanendo spesso uccisi in investimenti su strada”.
L’iniziativa dell’Associazione di Promozione Sociale D.F.P. è in linea con la campagna di sensibilizzazione già avviata dall’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise “Se mi tocchi mi uccidi“, mirata ad informare sulla necessità di non toccare i cerbiatti e i piccoli di capriolo ed ha il patrocinio dello stesso ente Parco.
“L’offerta di cibo ai selvatici infatti, per quanto possa essere considerato un gesto di bontà nei loro confronti, ne compromette l’istinto e la capacità di cacciare – spiega l’Associazione – arrivando persino ad impedire la stessa sopravvivenza in natura. Si invitano, perciò, la popolazione ed i visitatori al rispetto di tutte le risorse naturali, osservando, in particolare, il divieto di avvicinare e offrire cibo alla fauna selvatica, a censurare e segnalare agli Enti preposti ogni comportamento che non sia compatibile con il buon senso e la normativa vigente in materia”.