Un giorno da allevatore, mungendo mucche, nutrendole e accudendole nella stalla. E’ l’iniziativa organizzata per il 6 febbraio prossimo a Roma e che vedrà la partecipazione anche dell’Abruzzo. Ministri del Governo, governatori delle Regioni, sindaci, politici, esponenti della cultura, dello spettacolo e del mondo economico e sociale, saranno allevatori in vere e proprie stalle allestite per mungere nelle aree prescelte.
“Un segno concreto di solidarietà, vicinanza e sostegno al lavoro che tutti i giorni svolgono gli allevatori italiani, per garantire latte fresco e grandi formaggi Made in Italy, ma anche la biodiversità e il presidio del territorio nelle aree piu’ difficili” – spiega in una nota la Coldiretti Abruzzo.
L’appuntamento per salvare le stalle italiane è fissato in Piazza del Campidoglio dove arriveranno, alle 9.30, un centinaio di allevatori abruzzesi capitanati da Coldiretti e Aprozoo (Associazione produttori zootecnici), in rappresentanza di un settore che in Abruzzo, solo per i bovini, vanta 665 aziende specializzate nella produzione del latte, titolari di quote per un totale di 81.774 tonnellate di latte.
Il difficile mestiere dell’allevatore
“L’obiettivo è quello di far conoscere da vicino il difficile lavoro degli allevatori e gli effetti positivi per l’intera collettività ma anche i pericoli dell’abbandono come dimostra il Dossier “L’attacco alle stalle italiane” che sarà presentato nell’occasione.” – prosegue la Coldiretti Abruzzo. “Le difficoltà del settore non risparmiano infatti nessuna regione italiana, con particolare riferimento a quelle a storica vocazione zootecnica come l’Abruzzo, che sviluppa oltre 37milioni di euro solo per il comparto latte, di cui 30milioni derivanti dal latte bovino e 7milioni derivanti dal latte di pecora e capra, produzioni concentrate soprattutto nelle province aquilana, teramana e pescarese”.
“Un comparto importante ma con tante difficoltà legate soprattutto al riconoscimento del prezzo del latte bovino da parte dei grandi gruppi lattiero-caseari nazionali e locali” – dice Alberto Bertinelli, direttore Coldiretti Abruzzo. “Uno degli aspetti di difficile soluzione senza una normativa cogente in materia è poi la mancanza di identità del prodotto finito considerato che, per i formaggi comuni e il latte a lunga conservazione non è possibile conoscere il luogo di mungitura del latte utilizzato. Problemi su cui stiamo lavorando alacremente anche allo scopo di poter creare una filiera di prodotto locale volta al riconoscimento di denominazioni di origine dei tanti prodotti abruzzesi derivanti dalla trasformazione della materia prima”.
Sull’argomento interviene anche David Falcinelli, presidente di Aprozoo. “Anche lo sforzo di costruire una filiera che certifichi al consumatore la provenienza del latte lavorato – dice Falcinelli – rischia di essere vanificato dall’atteggiamento di alcuni industriali che prima impongono al mondo della produzione l’abbassamento del prezzo del latte e poi suggeriscono alla grande distribuzione una riduzione dei listini di vendita all’ingrosso. Un atteggiamento altamente penalizzante per gli allevatori in quanto impedisce al mondo zootecnico di coprire i costi di produzione oggi mai inferiori a 40 centesimi litro. Purtroppo, in questa situazione, diventa sempre più alto il rischio della scomparsa della zootecnica abruzzese, paradossalmente ad insaputa del consumatore finale”.