E’ operativa da lunedì scorso, 19 gennaio, l’anagrafe delle api, con la possibilità, per gli apicoltori di registrarsi sul portale del Sistema informativo veterinario accessibile dal portale del Ministero della salute. Operatori delle Asl, aziende e allevatori potranno accedere all’anagrafe per registrare la attività, comunicare una nuova apertura, specificare la consistenza degli apiari e il numero di arnie o le movimentazioni per compravendite. Sul sito www.vetinfo.sanita.it, una sezione pubblica dedicata all’Apicoltura consentirà di avviare la procedura online di richiesta account.
Tracciabilità e salvaguardia
“Si tratta di un passo in avanti decisivo – ha dichiarato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – sia per il lavoro degli apicoltori che per la salute dei cittadini consumatori. La nuova anagrafe – ha proseguito il Ministro – ci consentirà di garantire la tracciabilità degli apiari e del miele, la legittimità dei contributi finanziari pubblici agli apicoltori e, soprattutto, favorirà il controllo sulle malattie delle api e la gestione delle emergenze come quella recente dovuta all’infestazione esotica da Aethina tumida, il parassita delle api che lo scorso settembre ha procurato danni ingenti all’intera apicoltura nazionale”.
La Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario del ministero della Salute rimane in contatto con il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e le associazioni degli apicoltori per una tempestiva e corretta implementazione dell’anagrafe che va ad aggiungersi a quelle già esistenti per le altre specie zootecniche.
L’allarme della Coldiretti
“L’anagrafe delle api italiane è una importante innovazione per garantire maggiore trasparenza attraverso la rintracciabilità in un settore dove quest’anno si registra il dimezzamento dei raccolti a causa dell’andamento climatico anomalo e delle malattie”- afferma la Coldiretti nel commentare l’avvio dell’anagrafe delle api. “La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è quasi dimezzata (-50 per cento) per effetto del clima ed è allarme per l’arrivo in Italia dell’insetto killer delle api, il coleottero Aethina tumida, che mangia il miele, il polline e, soprattutto la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l’alveare. Al crollo dei raccolti nazionali ha fatto seguito l’aumento del 17 per cento delle importazioni dall’estero di miele naturale mentre le esportazioni sono crollate del 26 per cento, sulla base dei dati istat relativi ai primi 9 mesi del 2014. Il risultato – denuncia la Coldiretti – è che in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero”.
A preoccupare l’associazione di categoria è il fatto che piu’ di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm, è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.