In linea con l’aumento delle esportazioni del pecorino romano, registrate a livello nazionale con un incremento del 22% e la conseguente crescita del prezzo al consumo, si registra il maggiore appeal del pecorino abruzzese. Da una indagine di Coldiretti Abruzzo risulta infatti che, nell’ultimo anno, sono aumentati sia la vendita che il consumo del prodotto caseario locale con un leggero aumento del prezzo, passato da 8,5 euro a 9 euro al chilo che pur non facendo esultare i titolari dei caseifici, che non riescono a bilanciare il naturale aumento del costo della materia prima, premia invece gli allevatori che spuntano contratti sufficienti a coprire i costi di allevamento. Qualche segnale positivo si registra inoltre nell’export e in particolar modo verso la Germania, anche se si tratta ancora di piccoli passi a fronte di un settore tradizionale dell’economia regionale, che registra la presenza di circa 300mila capi ovini concentrati soprattutto nelle province di L’Aquila (130mila capi circa), Teramo (80mila), Pescara (45mila) e Chieti (38mila). E per finire, un segnale indicativo arriva anche delle macellazioni degli ovini, che registrano un leggero decremento evidenziando così l’intenzione degli allevatori a mantenere in produzione un alto numero di fattrici per ottenere più latte e di conseguenza più formaggio.
Le vendite a Campagna Amica
“Il 2015 inizia sotto buoni auspici almeno per un settore, quello zootecnico, che negli ultimi anni aveva registrato tante e diverse difficoltà, non ultima la diminuzione degli addetti – dice Coldiretti Abruzzo – oggi invece le cose stanno cambiando e si intravedono nuovi e soddisfacenti orizzonti, in linea con l’aumento del gradimento del consumatore verso le eccellenze del made in Italy, di cui i formaggi sono parte importante”. E la conferma arriva anche dalla vendita diretta della rete di Campagna Amica in Abruzzo che, forte di oltre trenta mercati a chilometro zero sparsi nelle 4 province e oltre 250 aziende accreditate, ribadisce il maggiore appeal suscitato dal pecorino abruzzese e da altri prodotti caseari come caciocavallo, scamorze e mozzarelle che negli ultimi sei mesi hanno registrato una crescita del 15%.
“Un trend che viene confermato anche dal numero di giovani che scelgono di mettersi alla guida di un gregge, dove il problema non è tanto la crisi ma gli attacchi degli animali selvatici, dai cinghiali ai lupi che si sono moltiplicati nelle campagne” – dice Alberto Bertinelli, direttore di Coldiretti Abruzzo – “Si tratta in gran parte di giovani che vogliono dare continuità all’attività familiare ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con gli animali e la natura”.