“La situazione è diventata insostenibile. Assistiamo ad un rimpallo di responsabilità che si concretizza in una pericolosissima inerzia istituzionale”. Coldiretti Teramo scende nuovamente in campo per riportare l’attenzione sul problema cinghiali, al termine di un’estate particolarmente difficoltosa da un punto di vista climatico. Un problema che sta dando il colpo di grazia ad una agricoltura fortemente provata. “E’ evidente che non sono bastate le nostre continue prese di posizione e la costante richiesta di collaborazione alle istituzioni preposte a risolvere il problema ” – dice Silvana Verdecchia, presidente Coldiretti Teramo. “Le istituzioni devono agire, e devono farlo in tempi certi senza farsi incastrare da una assurda burocrazia. Siamo di fronte ad una situazione fin troppo pasticciata, su cui è necessario fare chiarezza una volta per tutte”.
Danni anche a causa del clima
A livello regionale, Coldiretti sta continuando a monitorare la situazione territoriale delle quattro province per stilare le conseguenze e l’entità dell’azione dei cinghiali e della fauna selvatica sulle colture agricole. I problemi non riguardano infatti solo i cinghiali. “Ci sono anche altre specie che provocano danni enormi all’agricoltura e agli allevamenti ” – continua “E se ai danni da fauna selvatica aggiungiamo le pesanti conseguenze di un’estate climaticamente anomala, è evidente il grandissimo scotto che stanno pagando l’agricoltura e gli imprenditori agricoli. E’ necessario oggi più che mai che le istituzioni facciano la loro parte”.
Riequilibrio tra fauna e flora
Fa eco al presidente, il direttore Massimiliano Volpone, che ribadisce il grande impegno di Coldiretti Teramo in collaborazione con gli Atc teramani, che hanno finora condiviso la preoccupazione e l’esigenza di mettere in campo azioni risolutive per la soluzione concreta del problema. “E’ sempre più necessario” – sottolinea Volpone, “ricreare il necessario equilibrio tra fauna e flora selvatica per contenere i danni alle produzioni e agli animali, attraverso l’abbattimento delle specie dannose e pericolose anche per l’incolumità pubblica”.