Le ricette d’Abruzzo raccontate da una delle firme dell’Huffington Post. Dice che la nostra cucina è facile da amare, ma difficile da descrivere, tuttavia David Rosengarten ci prova e ci riesce anche bene a descriverne sapori, tipologia, specialità in un lungo viaggio dalla montagna al mare, dall’agnello e gli arrosticini, al pesce consumato nei Trabocchi, passando per la pasta, per gli intingoli, per il nostro “vizietto” di accompagnare il pasto con il peperoncino piccante a pezzi o nell’olio.
“Stiamo vivendo un’epoca di boom per la cucina regionale italiana, in tutto il mondo – scrive – Non più New York, Londra, Parigi e Hong Kong offrono una pletora di soli ristoranti “italiani”; oggi, si dà una grande attenzione all’ identificazione regionale. Questa attenzione regionale, si potrebbe sostenere, è stata generata 25 anni fa dall’esplosione dei ristoranti toscani d’origine, ma, oggi è possibile trovare ristoranti tipici in tutto il mondo con le tradizioni regionali in prima linea dall’Emilia-Romagna, Sicilia , Roma, il Veneto, la Lombardia e più. È la grande cucina regionale abruzzese che posto occupa in quella lista internazionale?”
Eh già. Com’è la cucina abruzzese? E comincia qui una disanima anche molto divertente che comincia con un aggettivo che lascia spazio a pochi dubbi: “Eccellente! – scrive il nostro – Ciò significa che quando ci si sposta in Abruzzo, non si potrà non essere immersi solo in una delizia ineffabile, ma bisognerà combattere un sacco di altri turisti per scoprire la cucina preferita!”
Perché in Abruzzo, scopre il nostro autorevole collega, da mangiare e raccontare ce n’è eccome: “C’è qualcosa dell’Abruzzo – cita Nancy Harmon Jenkins, venerabile gastronomo americano mezzo impiantato in Toscana – che dice che Mangiare in Abruzzo oggi ricorda l’Italia del 1950″.
Poi è un viaggio monti-mare. Si loda il cibo a km zero, quello di alta quota, la pasta fatta con le acque pure e le uova fresche, assaporata con il peperoncino e formaggio, gustata con il pesce e i prodotti dell’orto e della terra. Una dimensione empatica difficile da comprendere per chi non ha la nostra tradizione, ma sicuramente facile da gradire come ha fatto Rosengarten e come fanno tutti i enogastroviaggiatori stranieri in Abruzzo.