A Pescara i turisti apprezzano a tal punto la buona cucina da non far caso al portafoglio e alla linea. E’ il risultato che emerge da un’indagine estiva 2013 sul comportamento e lo stile alimentare dei turisti in soggiorno nel pescarese, condotta dal Life Trend Lab, centro di ricerca operativo nell’ambito dello spin off universitario LIVE dell’Università Politecnica delle Marche, con il supporto del Gruppo Gabrielli, attraverso la somministrazione di un questionario individuale mediante la metodologia dell’intervista personale. I risultati dello studio esplorativo, che puntava ad individuare modifiche nei modelli di consumo alimentare presso le località di vacanza, sono stati presentati presso la Camera di Commercio, a Pescara, in un incontro moderato dal Direttore del quotidiano Il Centro, Mauro Tedeschini.
Il turista trasgressore
A Pescara, dunque, in cima alla classifica c’è il turista trasgressore (21%), in piena attività, che in vacanza, mangia tutto senza tabù. Secondo classificato è il turista sperimentatore (17%) che in vacanza ama conoscere la cucina tipica del luogo mosso dalla curiosità verso nuovi gusti e sapori.
Completano la classifica dei vacanzieri, al terzo posto l’ economo (15%), tendenzialmente giovane, attento al risparmio anche in viaggio, facilmente individuabile perché solito stazionare davanti alle locandine dei ristoranti per selezionare l’opzione più conveniente; al 13% l’adattivo, tendenzialmente giovane, che in vacanza non ha troppe pretese relativamente al cibo, che si adatta e mangia ciò che trova; il sacchettista (10%) il cibo lo porta da casa, un profilo tipico tra i 30 e i 50 anni, definito anche un professionista del risparmio. A chiudere la graduatoria, l’abitudinario (7% del campione), spesso over 60, che in vacanza non modifica le proprie abitudini alimentari perchè troppo legato alle proprie consuetudini.
La genesi della ricerca
A spiegare, nel dettaglio, la genesi di questa ricerca ed i punti salienti che l’hanno caratterizzata, il pro Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Gian Luca Gregori. “ Prima di giungere ai risultati che stiamo illustrando, abbiamo approfondito i temi del rapporto tra turismo e commercio, il ruolo della distribuzione moderna nella promozione delle tipicità locali (ha relazionato Giancarlo Gabrielli,presidente Gruppo Gabrielli), le tendenze del mercato turistico ed il tema della gastronomia come motivazione della vacanza in Italia ed in specifici territori” ha spiegato. “Quali i prodotti tipici abruzzesi e pescaresi apprezzati e richiesti? Quasi impossibile citarli tutti : dalla vasta gamma di vini, ai distillati e liquori, dai formaggi all’aglio rosso di Sulmona, dalle mandorle di Navelli al parrozzo, dai tartufi al salame dell’Aquila. E poi le ricette di piatti con pesci, molluschi e crostacei”.
Apprezzamenti per l’analisi svolta dall’Università marchigiana sono giunti da parte del presidente della Camera di Commercio di Pescara, Daniele Becci, il quale ha evidenziato come dall’indagine debbano nascere spunti di riflessione riguardanti “da un lato la conferma dell’apprezzamento delle nostre eccellenze enogastronomiche, dall’altro l’esigenza di migliorare la promozione delle stesse attraverso programmi di lavoro strategici come quelli che si attuano nel settore industriale. Il turismo deve essere una macchina organizzata allo scopo di risalire la scala mondiale dei paesi più visitati. Dal primo posto siamo scesi al sesto, dopo la Croazia. Siamo diventati “sacchettisti” e di questo devono assumersi pari responsabilità le classi politiche ed imprenditoriali”.