L’idea nasce da un regalo di compleanno: una cena a sorpresa alla festeggiata. Ma che sia una cena indimenticabile. E la sorpresa lascia letteralmente senza parole l’ignara interessata quando, ormai pronta ingannevolmente ad uscire, le tocca aprire la porta ad un signore alto e magro con la valigia: “Buonasera, sono Andrea Goracci Santilli e sono venuto a cucinare per lei”.
Chef a domicilio, ma Andrea è molto di più. Sulla cucina che fa stare bene fa corsi, per stare bene in cucina ha aperto la sua grande casa a tante cose che nutrono anche lo spirito da quando questo mondo fatto di sapori, saperi e gesti catartici è diventato il suo, attraverso Fili di Paglia, un luogo virtuale di destini culinari e spirituali incrociati che si aprono a tanti a casa sua, ai Colli di Pescara.
Superato l’imbarazzo iniziale e la consapevolezza che presto la sua sala da pranzo si dovrà preparare ad accogliere gente, la festeggiata apre intanto le porte e gli scaffali della sua cucina ad Andrea che nella preparazione si racconta.
“Da sempre ho vissuto in mezzo alla cucina – dice – per via della mia famiglia, ho avuto un nonno ristoratore, delle zie fantastiche ai fornelli e una mamma che cucinava in modo divino. Io in mezzo alle pentole sono cresciuto e ho sempre mangiato di tutto. Quando ho fatto attività agonistica con il basket e giravo l’Italia, però, mi sono imbattuto in un libro che spiegava come mangiare bene facendo sport e da lì mi si è aperto un mondo che è quello che mi ha catturato quando ho capito che lo sport e le attività di famiglia non sarebbero state la mia strada”.
Vista la necessità di regalare una sorpresa, Andrea non può spentolare nulla, ma in valigia ha portato con sé tutti gli ingredienti necessari a fare un piatto unico, nel senso di composto, anzi, composito. “Un piatto estivo, in cui ogni componente è preparato in modo diverso per comporre un puzzle di sapore e salute – spiega – C’è il riso, condito con le alghe oltre che con ortaggi, i ceci alla crema di sesamo, fagiolini appena scottati, pomodori e cetrioli strizzati, privati dalla loro acqua che gonfia inutilmente e rende “acido” il risultato, carote condite con verdura di mare, perché questi abbinamenti sono felici, crauti trattati in modo da favorire l’apparato intestinale, contrariamente a quanto si possa pensare”.
Già, ascoltando Andrea ti rendi subito conto che tutto ciò che sai sulle verdure, sulla pesantezza o leggerezza del cibo che scegli e prepari è relativa: dipende dalle preparazioni, avverte e spiega che cosa sono i misteriosi presso-contenitori che si porta dietro. “Questi barattoloni – dice – servono a togliere l’acqua. Dai pomodori, dai cetrioli, da altri ortaggi che ne sono gonfi e che devono essere resi meno acidi. Vengono salati e tenuti pressati finché non si utilizzano e il corpo li digerisce e assimila meglio. Ma tutto deve essere di qualità. Io prendo ciò che mi serve da un’azienda agricola biodinamica, che quindi abbina le fasi della natura a quelle della tavola, prodotti 100 per 100 biologici”.
Il sale è quello integrale della salina di Trapani “Lasciamo stare in Himalaya il fashionissimo sale himalayano”, ma anche no, perché ad esempio, sul riso mette alghe nori esiccate, quelle usate per chiudere il sushi. Nei cetrioli usa una “pozione” orientale, “si fa con le albicocche pressate, il liquido si usa per condire al posto del sale, i residui invece vengono utilizzati come digestivi”, è una scoperta continua il cibo preparato per il corpo. Una scoperta che apre nuovi punti di vista anche ai problemi più intricati legati all’alimentazione: glicemia, intolleranze alimentari, ipertensione, in molti casi si riducono l’impatto mangiando “diversamente”.
“Che poi si tratta semplicemente di conoscere il cibo e stabilire di cosa il corpo ha bisogno – spiega – Cucini ciò che serve e come serve ad essere assimilato al meglio. E ti senti meglio”. Non è integralismo alimentare questo, perché più tardi Andrea assaggerà il tiramisù nostrano preparato per chiudere la festa, ma è un regime alimentare utile a stare in pace con il ph corporeo e dei cibi. Ecco.
Infatti il piatto dona ciò che promette: sazietà. “Questo piatto sazia perché ha tutto quello che serve – conclude Andrea mentre racconta le sue scoperte, il suo modo intenso di affrontare il mondo e di raccontarlo anche attraverso il cibo che sceglie – Dobbiamo imparare a governare la nostra adrenalina, viviamo con lo stress addosso che ci impone di mangiare qualsiasi cosa, quando i nostri zuccheri sono bruciati. Se avessimo maggiore autocontrollo e ingurgitassimo altre cose, molti guai sarebbero meno violenti e ci guadagnerebbe anche l’umore”.
Il suo regno è così, ci racconta, da quando ha scoperto ciò che voleva davvero e ha aperto la sua casa di famiglia a quanti vogliono condividerlo serenamente, anche per una sera. “Ci faccio corsi, ci faccio seminari, cucino, accolgo persone che vogliono scoprire un modo diverso di rapportarsi al cibo e al corpo, e sono tantissime, sempre di più, perché questa strada si sta aprendo”.
Saluta il banchetto con una crema di miglio dolce e pastosa, il saluto ad una cena diversa, che grazie a lui resterà indimenticata.