E’ sfaccettata come un diamante, meglio, come un corallo dalle molte sfumature di colore il nostro cerasuolo, il vino che inebria l’estate di seducente freschezza e profumi della terra e del mare d’Abruzzo. Un gioiello enologico il Cerasuolo d’Abruzzo, il vino dal colore ciliegia come le “cerase” di maggio, regine delle campagne abruzzesi in questa stagione. Palato sapido di erbe aromatiche, note floreali, frutta fresca rossa e mandorle, i tannini mai spigolosi. Le setose sfumature di colore dal corallo al rubino chiaro illuminano il calice, che pure non eccede in morbidezze grazie al carattere grintoso della bacca. Una complessità sorprendente, armonia di tutte le componenti, un mix inimitabile per questo seducente nettare che inebria il corpo e lo spirito.
Il Cerasuolo di memoria contadina, espressione più gentile e raffinata del vigoroso vitigno principe d’Abruzzo – quel montepulciano dalle grandi doti interpretative – vive una seconda giovinezza e si attesta ancora una volta tra i rosati italiani più apprezzati grazie alla sua tipicità, al suo essere espressione autentica del terroir e frutto dei savoir faire in vigna e in cantina. Tra le conferme più recenti, la vetrina prestigiosa del Concorso enologico nazionale dei vini Rosati, alla terza edizione appena archiviata grazie alla lungimiranza della Regione Puglia, dove l’Abruzzo ha conquistato due medaglie d’argento nella categoria Vini tranquilli Doc-Dop con il Cerasuolo d’Abruzzo Dop Unico 2013 della tenuta Ulisse di Crecchio e la categoria Vini tranquilli Igt-Igp al Terre di Chieti Igt Rosato Maylea 2013 della cantina Orsogna di O.V. Orsogna Sca di Orsogna.
Subito dopo, rispettivamente, Veneto (Chiaretto dell’Agricola Provenza di Desenzano del Garda) e Puglia (Susumaniello rosato dell’azienda Vigna Flora di Castellana Grotte), le due regioni con cui la produzione abruzzese tradizionalmente si confronta distinguendosi per la perfetta combinazione delle sue peculiarità. Ventinove i diplomi di merito sui 35 vini abruzzesi partecipanti alle 6 categorie di concorso (le altre 4 sono riservate a Frizzanti e Spumanti).
Soddisfatto della conferma abruzzese si dice Massimo Di Cintio, giornalista e sommelier abruzzese, nella giuria del concorso di Bari già dalla prima edizione. L’unicità del nostro Cerasuolo -riconosciuto doc autonoma nel 2010 – è indissolubilmente legata all’eclettismo di cui è capace il vitigno montepulciano di cui il Cerasuolo è una variante vinificata in rosa, spiega Di Cintio che alla rivalutazione della cultura dei rosati (urgenza ereditata dal padre Francesco, decano dei sommelier abruzzesi) ha dedicato più di una iniziativa editoriale.
“Non esistono vitigni che nella versione rosata riescono a essere così completi come il montepulciano” sottolinea ”Il carattere del Cerasuolo d’Abruzzo riesce ad esprimersi con freschezza, fruttuosità e struttura del vitigno in un mix ineguagliabile di equilibrio che si rivela sempre vincente. Alle grandi doti del vitigno si aggiunge il valore del territorio: la gran parte dei nostri vigneti racchiusi tra mare e montagne godono dell’escursione termica tra giorno e notte durante l’estate e il primo autunno, elemento che consente alle viti di respirare e sintetizzare perfettamente il profilo aromatico di frutto e spezie che ritroviamo nel vino”.
Una conferma che si mantiene nel tempo, quella abruzzese sul cerasuolo, dopo il bel risultato del Cerasuolo d’Abruzzo Doc Fantini 2012 della Farnese Vini, che l’anno scorso oltre ad aggiudicarsi il primo premio nella categoria vini rosati tranquilli Doc/Dop, è risultato anche il vino con, punteggio più alto in assoluto, in pratica, la maglia rosa dei rosati d’Italia.
E’ storia. Perché con 8-10 milioni di bottiglie l’Abruzzo è il secondo produttore nazionale di rosato, appena dopo il Chiaretto Bardolino doc dell’area del Garda. Grazie alla tradizione di imbottigliamento su cui hanno puntato cantine dai grandi numeri (Tollo, Citra) il cerasuolo abruzzese è storicamente il vino abruzzese più premiato ai concorsi enologici nazionali e internazionali, il vino che ha fatto conoscere l’Abruzzo nel mondo e che ha valorizzato l’enologia abruzzese, ricorda Di Cintio. “Fare il rosato non è semplice, il bravo enologo deve saper coniugare freschezza, piacevolezza e fruttuosità: un equilibrio difficile. La qualità raggiunta dal nostro rosato vede l’Abruzzo da sempre all’avanguardia grazie alla capacità dei produttori e alle caratteristiche intrinseche del vitigno utilizzato. Abbiamo fatto tanto ma possiamo investire molto di più per valorizzare questo patrimonio. Un potenziale ancora inesplorato, che può reggere a testa alta l’ascesa di altre regioni nella conquista dei mercati e rappresentare una prospettiva di crescita economica sul territorio”. Molto di più di un vino estivo o, peggio, “femminile” come il rosato è stato a lungo considerato, piuttosto uno strumento eccezionale per accostare al berebene le fasce più lontane (anche geograficamente) di consumatori, grazie alla trasversalità nell’incarnare la freschezza dei bianchi e la potenza dei rossi. Tutti i medagliati del concorso levantino saranno perciò promossi in Italia e all’estero.
Jolanda Ferrara
Ecco i vini e le cantine premiate dal sito del concorso