Esce in libreria oggi, 19 giugno, “Il Bambino di Budrio”, nuovo romanzo di Angela Nanetti, finalista lo scorso anno al prestigioso premio Neri Pozza.
L’idea del romanzo, come ha spiegato la scrittrice, originaria di Budrio ma da tanti anni residente a Pescara, è nata diversi anni fa quando una sua amica le fece notare una una raccolta di stampe presente in pinacoteca. In quell’occasione, rimase affascinata dalla storia di un bambino talentuoso del Seicento, un povero garzaiolo con straordinarie capacità di dissertare in latino e greco, scoperte dal predicatore del convento del paese, Padre Mezzetti, che lo portò a Roma e lo fece diventare un fenomeno per il pubblico del tempo; ma, altrettanto in fretta, i due dovettero ritornare in paese, viste le accuse dell’inquisizione di vicinanza al demonio. Una volta tornato a casa il bambino non fu più in grado di esprimere le proprie capacità e padre Mezzetti morì in un tragico incidente.
Ispirandosi a questa storia vera, la scrittrice ha inteso mettere al centro del romanzo l’aspetto educativo, il fallimento degli insegnamenti di padre Mezzetti, i mezzi di coercizione usati dall’uomo che hanno portato all’insuccesso, proiettando in questo modo il romanzo nel presente, descrivendo le conseguenze di una educazione rigida che non fa la felicità dei ragazzi e le troppe negative proiezioni che i genitori e la società di oggi riversano sui figli.
Angela Nanetti è nata a Budrio, in provincia di Bologna. Si è laureata in quell’Università in Storia medioevale e si è quindi trasferita a Pescara, dove ha insegnato a lungo, occupandosi anche di sperimentazione e di ricerca. Negli anni ‘80 ha incominciato a scrivere per ragazzi, esordendo con un libro fortemente innovativo, Le memorie di Adalberto, che nel 1985 ricevette il “Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia” e fu tradotto in varie lingue. Nel 1995 ha lasciato la scuola per dedicarsi esclusivamente all’attività letteraria: da questo momento sono usciti i romanzi che, evidenziando la sua piena maturità espressiva e narrativa, le hanno dato una notorietà non solo nazionale. Tra essi, in particolare, “Mio nonno era un ciliegio”, che ha avuto ventitre edizioni straniere, è stato nella rosa dei finalisti del “Deutsche Jugenliteratur 2002”, è stato selezionato per il “Prix Chronos” in Francia e ha ricevuto il 1° premio “Migliore libro tradotto” Slovacchia 2008.