I prezzi dei beni alimentari e delle bevande analcoliche a maggio registrano una contrazione dello 0,2% annua, scendendo ai minimi dal giugno 2010. E’ quanto emerge dai dati Istat sui prezzi al consumo.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto “carrello della spesa”, crescono dello 0,1% in termini sia congiunturali sia tendenziali, segnando un rallentamento della crescita su base annua di quattro decimi di punto percentuale rispetto ad aprile (+0,5%). L’incremento è anche inferiore al +0,5% del tasso generale.
L’indice calcolato dall’Istat diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,5% nei confronti di maggio 2013, copntro il +0,6% di aprile (+0,6%). Il lieve calo dell’inflazione è principalmente imputabile alla decelerazione della crescita su base annua dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e all’accentuarsi della diminuzione dei prezzi degli Alimentari non lavorati.
Questa dinamica è in parte bilanciata dall’aumento tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (in flessione nei nove mesi precedenti). L'”inflazione di fondo”, al netto degli alimentari freschi e dei beni energetici, scende allo 0,8% (dall’1,0% di aprile) e al netto dei soli beni energetici si porta allo 0,6% (da +0,9% del mese precedente). La diminuzione mensile dell’indice generale è da ascrivere principalmente ai cali dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%) – su cui incidono fattori stagionali – e dei Servizi relativi alle comunicazioni (-1,1%). L’inflazione acquisita per il 2014 è stabile allo 0,3%.
Rispetto a maggio 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,1% (era -0,2% ad aprile) e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi scende allo 0,9% (da +1,4% del mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di sei decimi di punto percentuale rispetto ad aprile 2014. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona crescono dello 0,1% in termini sia congiunturali sia tendenziali, segnando un rallentamento della crescita su base annua di quattro decimi di punto percentuale rispetto ad aprile (+0,5%). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto non variano rispetto al mese precedente e crescono dello 0,5% nei confronti di maggio 2013 (lo stesso valore registrato il mese precedente). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,1% su base mensile e cresce dello 0,4% su base annua, in rallentamento di un decimo di punto percentuale rispetto ad aprile.
Il commento della Confcommercio.
Il calo dell’inflazione registrato nel mese di maggio, oltre a riflettere fattori di natura stagionale, è l’ulteriore segnale di una fase di stallo dell’economia, che non riesce a trovare il sentiero della crescita. La tendenza al contenimento dei prezzi – da settembre dello scorso anno sono sostanzialmente fermi e a maggio gli alimentari sono tornati a segnalare, per la prima volta da luglio del 2010, una variazione negativa su base annua – che ha contribuito a restituire fiducia alle famiglie, non ha ancora prodotto effetti sui consumi impedendo di trascurare i rischi di una possibile deflazione nei prossimi mesi.
Questa situazione, che potrebbe essere attenuata solo in parte dagli effetti del bonus fiscale di 80 euro per parte delle famiglie, richiede la massima attenzione e l’attuazione di politiche più incisive per la riduzione del carico fiscale e per la crescita dell’occupazione”. E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.