Pianella ci ripensa e rientra nella rete delle Città dell’Olio. Dietrofront in tempo per restare dentro, dopo la contestata decisione dell’esecutivo di uscire per risparmiare. La motivazione in tempi di spending review sembrava suonare legittima: trattenere risorse. Ma l’importo di quanto il Comune di Pianella avrebbe risparmiato rinunciando certificazione prestigiosa, qual è quella di essere con la sua storia olearia una delle Città italiane dell’Olio e con la sua realtà enologica una delle Città del vino era davvero imbarazzante per un comune di produttori di olio e anche vino: circa 2400 euro. Lo aveva deciso il Consiglio Comunale nella seduta dello scorso 30 gennaio. Con un ordine del giorno che non lasciava posto a fraintendimenti (
clicca): addio alle associazioni ‘Città dell’Olio’ e ‘Città del Vino’. Addio alle diciture sui cartelli stradali, sulla carta intestata, sul logo web del comune che spariranno, se resterà ferma questa decisione, a partire dal 2015.
Ora la novità è scritta nero su bianco nelle tre pagine della delibera varata il 22 maggio scorso dal titolo eloquente: revoca del recesso dall’Associazione Città dell’Olio.
Una battaglia condotta da Pianella Amica, chiariscono i consiglieri Massimo Di Tonto e Gianni Filippone: “Insieme a tutte le associazioni di categoria nonché delle cooperative di settore (Capo e Plenilia) e dei frantoi e produttori locali che ha prodotto l’effetto sperato. Pianella rientra nella città dell’olio. L’amministrazione ora cerca di giustificarsi dicendo che il recesso è servito a dare maggiore visibilità a Pianella all’interno della Città dell’Olio!! Speriamo ci sia anche questo. In realtà hanno dimostrato di prendere decisioni affrettate, senza valide istruttorie e senza consultare coloro che vivono per e con l’olio. Pianella Amica comunque esprime grande gioia per la revoca del recesso, la rinomanza del marchio contribuirà ad aiutare la comunità pianellese”.
Perché ciò avvenisse erano intervenuti in tanti, primo il vice presidente nazionale e coordinatore regionale delle Città del Vino e a capo di Res Tipica Fabrizio Montepara, oggi neo eletto sindaco di Orsogna: “Li invito a stare dentro la rete – ci aveva dichiarato – conoscendone meglio potenzialità, iniziative, occasioni di mettere in mostra il proprio territorio. Ma starci sul serio, non si può prendere una decisione così drastica senza capire che significa Città dell’Olio o del Vino e quanto questa rete sia solida e importante per la qualità del prodotto dei territori. Non si può fare da soli, la rete offre vantaggi di immagine, ma anche di contatti con enti burocratici, politici e amministrativi con cui dialoghiamo. Con realtà più grandi dei settori con cui il confronto è sempre costruttivo. Per il vino ad esempio siamo con la Franciacorta e le Langhe, su quest’ultimo territorio l’Unesco si sta muovendo per riuconoscerlo patrimonio dell’Umanità. Non c’è da tirarsi indietro, ma da sfruttare e andare avanti.”
Sulla questione si mobilita anche la Cia di Pescara, i vertici provinciali della Confederazione Italiana Agricoltori e le altre categorie del comparto.