Camminando fra le colline vestine e poi teramane si ha l’impressione di un Abruzzo vicino e bellissimo che resta ancora inesplorato. Un paesaggio capace di emozionare con i suoi colori e la sua varietà anche se il cielo è coperto, anche se i raggi di sole lo illuminano a squarci rivelando le vigne, la vegetazione dai colori caldi e grassi, il grano che sale in attesa delle mietiture.
La direzione è Castilenti, cantina San Lorenzo, une delle mete più affollate dell’edizione 2014 di Cantine Aperte, l’evento degli eventi del Movimento Turismo del Vino a cui quest’anno hanno aderito 43 cantine abruzzesi.
Infatti la meta è segnata da centinaia di macchine parcheggiate lungo le strade che portano al corpo centrale della cantina, dove ci si accredita, si fa la fila ammirando le auto d’epoca convocate per animare la giornata e si sale su un pulmino che porta dentro al “Contado San Lorenzo”, tre splendidi casali dove si mangia, si beve e si balla.
Il percorso è suggestivo. E’ fra le vigne!
Scesi dalla navetta che porta comitive, famiglie e intenditori, tutti insieme, si viene affidati ad un percorso sterrato lastricato di cipressi, bellissimo. Il primo casale è in fondo. Si fa la fila per assaggiare una semplice ricottina, resa speciale dal gel a base di pecorino con cui è servita e dalla Passerina di accompagno che ti versa il proprietario in carne ed ossa. Bella ospitalità, selvaggia per alcuni versi, “terrigna”, verace, come sa fare l’Abruzzo che non viene promosso, per emergere.
Il secondo casale è più animato: c’è la musica dal vivo, ci sono ragazze in costume tipico abruzzese, perché si serve la mugnaia: nel piatto ne arriva tanta e buona alla “elicese” ci dicono, perché la patria, Elice, è lì al colle accanto che guarda e ispira le cuoche in cucina. Da lì si parte anche per passeggiate a cavallo, il territorio si presta, e in fondo quello è un Bed and Breakfast, un giro piacevole insomma.
Il terzo passaggio è un casale davvero bello, sotto i portici si balla il salterello e si mangiano i salumi di Fracassa, patron teramano della ventricina. C’è anche un fabbro che conia monete in tempo reale. La via verso l’ultima tappa, la cantina, è nel terroir, fra i filari di vite bassi, accompagnati dalle rose, che si estendono sul dolce crinale della collina che degrada fino alla strada. Anche con il cielo ormai coperto, la passeggiata è davvero emozionante.
Da quelle colline, attraversando un paio di province siamo fra le colline di Ari, nell’altra meta definita irrinunciabile dal popolo di Cantine Aperte, specie quello più giovane.
E’ la Tenuta dei Fauri dove troviamo persino gli autobus per accompagnare le comitive da Pescara e il circondario. Il perché sia così ambita lo si capisce subito: vino e cibo libero, tanta musica che si espande nel piazzale del cuore della tenuta, la cantina, da una cassa armonica, voluta da Valentina Di Camillo che è motore dell’azienda di famiglia insieme al fratello enologo, Luigi.
Li trovi davanti a quel palco di altri tempi che si abbracciano mentre la folla intorno è un fiume che balla e ride, all’unisono.
Un’energia che ti invade, mentre il personale ti porge vino e pane e olio, pane e salame, pane e companatico del luogo.
C’è divertimento per tutti, persino per i bambini, contagiati dalla voglia di divertimento che si concentra intorno a quel palco dove Rino Gaetano torna a cantare per bocca di suo nipote Alessandro e di un instancabile Marco Morandi. Alla fine piccoli fan rimediano anche un autografo e qualche battuta mentre il temporale mette fine alle danze.
Mentre riguadagni la via di casa pensi: che presa che farebbe tutto questo sui turisti, se lo sapessero, se ci fossero, se si riuscisse a portarli fin dentro il cuore dell’Abruzzo che accoglie, coccola e offre. Un Abruzzo che c’è e si rivela ad ogni appuntamento che crea. E l’estate ne è piena.