Già dal premio di cantina migliore d’Italia riportato dal Vinitaly si era capito che sarebbe stato un anno speciale per la Cantina di Orsogna. Un anno d’oro, come la medaglia tributata dal concorso Sommelier Wine Awards al suo Coste di Moro, giudicato fra i 200 migliori vini al mondo, come si legge a pag 151 nell’elencazione delle eccellenze enologiche europee del catalogo del Sommelier Wine Awards 2013.
Sullo sfondo del Coste di Moro ci sono le colline della città dei Talami, Orsogna, c’è il lavoro dei produttori, 500, appartenenti ai comuni di tutta la fascia ortonese-frentana di cui Orsogna è il cuore, dell’enologo Camillo Zulli che ha lanciato una sfida fatta di ricerca e qualità, arrivando a produrre il vino più biologico d’Italia su quelle colline e a fare incetta di premi negli ultimi anni dei 41 di attività della Cantina. Una sfida, quella di un territorio che sta aprendo ai vini locali e all’identità della terra circostante, le vie maestre del mercato internazionale.
Questo riconoscimento arriva “dopo”, solo in ordine di tempo, gli onori attribuiti dall’amministrazione comunale orsognese alla Cantina, con un Consiglio Solenne che si è svolto lo scorso 30 aprile.
“E’ l’ennesima conferma di come questa cantina abbia fatto dei passi da gigante negli ultimi anni – commenta il vice presidente delle Città del Vino, Fabrizio Montepara, cittadino ed ex sindaco di Orsogna – Un riconoscimento che va soprattutto ai contadini perché senza il loro lavoro tale traguardo non sarebbe stato possibile, che va alla struttura tecnica, a capo l’enologo Camillo Zulli che sta compiendo uno straordinario lavoro sulla qualità del prodotto e anche all’amministrazione locale che segue gli indirizzi dei tecnici, supportando così l’eccellenza del territorio sin dalla terra. Da vice presidente delle Città del vino è poi una grande soddisfazione che la cantina del proprio Comune abbia tali risultati, il ché significa che si sta in un ambiente sano, un ambiente che ora si deve far conoscere ancora meglio, rendere più accogliente, far divenire volano di altre economie”.
Tradizione, turismo, vino, storia, gli ingredienti ci sono tutti, abbastanza per scandire a chiare lettere nella gold list della classifica più importante del mondo il nome di Montepulciano d’Abruzzo e abbastanza per far risuonare nel panorama mondiale quello della cantina di un piccolo Comune situato nel cuore di in una piccola regione europea che in tema di ambiente, enogastronomia, qualità, ricerca e tipicità ha tutte le carte in regola per cominciare fare sul serio la voce grossa.