Il secondo giorno di Vinitaly è molto più affollato del primo. Fra i padiglioni circola un pubblico tecnico, buyers e produttori in arrivo da tutto il mondo e da tutta Italia per cercare al vino un sentiero nuovo e per darne uno all’olio. C’è fermento anche nel padiglione abruzzese, dove l’attenzione si divide fra il vino e il vicino spazio Sol per olio, perché le due medaglie e le cinque gran menzioni per l’oro giallo che arriva dal territorio regionale oggi ha un peso. Un bel peso. Fatto di un fatturato che cresce, ma che deve incrementare volumi e valori, catturando lo spazio che il fratello vino è riuscito a catturare.
E mentre l’olio cerca la sua strada confortato dalle medaglie riscosse, il vino ritrova il Montepulciano d’Abruzzo, super celebrato al Vinitaly come vino originario, della tradizione, dell’identità. E questa identità ha assunto connotati particolarissimi grazie all’estro dello chef Davide Oldani, che ha compresso profumi e sapori “montepulcianesi” dentro un cioccolatino, il D’O. Un’opera prima, celebrata in grande spolvero nello spazio dedicato al Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo, dove il D’O è stato degustato insieme al suo vino ispiratore.
“Il cioccolato rischia di coprire il sapore del vino – spiega Oldani – il mio consiglio quindi è quello di assaggiare il cioccolatino e poi degustare il vino, in modo da preparare il palato ad una degustazione più intensa, successiva del cioccolato. Il risultato è un dolce che ha dentro di sé il sapore del Montepulciano, un sapore che resta, perché si fonde benissimo al sapore del vino e oltre che con il Montepulciano potrebbe sposare anche altri sapori”. Inno al re dei vini abruzzesi racchiuso in due sfoglie croccanti di fondente, in mezzo ad una pasta morbida di cioccolato, questa la creazione di Oldani, raccontata anche da Paolo Massorbio, l’enogastronauta che racconta i territori, che prima di degustare ha decantato il valore del vino racchiuso nel cioccolato dallo chef Oldani.
E, ancora, il Montepulciano, anzi, i Montepulciani d’Abruzzo e toscano sono stati le attrazioni della seconda presentazione istituzionale al Vinitaly per l’Abruzzo, ovvero la 43esima edizione della Mostra dei Vini d’Abruzzo, Borgo DiVino. “Montepulciano Montepulciano”, il nome della rassegna che si farà a Monte Pagano (Roseto) dal 25 al 27 luglio prossimo, presentata in anteprima a Verona da un’altra firma abruzzese dell’enogastronomia nazionale il giornalista e critico di settore Antonio Paolini. Presenti il sindaco e l’assessore al Turismo di Roseto, Enio Pavone e Maristella Urbini e il vicepresidente del Consorzio di Tutela della Docg Montepulciano d’Abruzzo “Colline Teramane”, Enrico Cerulli Irelli, oltre all’assessore Mauro Febbo. “Vogliamo fare una sorta di saga, tipo i Sopranos, chiamandolo i Montepulcianos – dice Paolini – perché questo è un vino che ci rappresenta e perché giocando nella stessa
squadra magari le distanze si annullano. Attraverso le uguaglianze dialettiche sarà possibile riaccendere i riflettori su questo vino, vederne crescere qualità e volumi, restando contemporanei, stretti al mercato”. Il sindaco Enio Pavone spiega cos’ha di tanto speciale la 43esima edizione della Mostra: “Monte Pagano è il borgo d’origine di Roseto. Un bellissimo borgo medievale da cui la città è nata e dove questa mostra di antica data ha trovato la sua perfetta dimensione. Sarà una tre giorni, dal 25 al 27 luglio, a cui abbiamo invitato anche i rappresentanti del Montepulciano toscano, perché l’unione faccia davvero la forza.
Anche se l’assessore Mauro Febbo il suo concetto di forza lo esprime in modo enologicamente campanilistica: “Viva i Montepulciani – dice – soprattutto quello abruzzese – e poi spiega – Si tratti di vini di pregio che devono conquistare nuovi mercati. Sarà bello immaginare anche un’amichevole competizione, perché il fine sia raggiunto per tutti”. La Mostra Vini d’Abruzzo è organizzata dal Comune di Roseto degli Abruzzi con il contributo della Camera di Commercio di Teramo e della Regione Abruzzo. Partner dell’evento il Consorzio di Tutela Montepulciano d’Abruzzo Docg ‘Colline Teramane’ e il Consorzio di Tutela ‘Vini d’Abruzzo’.
[box_dark] Il Vinitaly è senza dubbio il più importante salone internazionale dedicato a vini e distillati e rappresenta un comparto che in Italia vale oltre 12 miliardi di euro, impiega 1,2 milioni di addetti e nel 2013 ha superato i 5 miliardi di export, in crescita del 7,3% sull’anno precedente. Per questo – rimarca l’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo – l’Abruzzo, come le sue straordinarie eccellenze, partecipa come ogni anno alla kermesse veronese e anche nel 2014 si e’ gia’ ritagliato un ruolo da protagonista. I vini regionali hanno già fatto incetta di riconoscimenti e nel corso della prima giornata, presente lo stesso Febbo, si sono svolte le premiazioni. Al Vinitaly si sta confermando il grande interesse per i nostri vitigni autoctoni – evidenzia ancora l’assessore – che dimostrano una costante e continua crescita. Una particolare attenzione merita il Pecorino che rappresenta ormai da circa un decennio la novità più interessante del panorama enologico regionale”. Di questo vitigno ne sono coltivati 550 ettari pari all’1,68% della superficie vitata regionale. Negli ultimi anni il successo commerciale ha valicato i confini abruzzesi, e soprattutto i pecorini locali cominciano ad imporsi anche nei piu’ importanti concorsi internazionali, come la Gran Medaglia d’Oro conquistata dalla Cantina Orsogna con il Civitas che è un pecorino biodinamico.[/box_dark]
In programma ieri anche due verticali, c’è quella dei Sei giganti, 6 vini d’autore, 6 etichette speciali per la degustazione del Consorzio di Tutela della Docg Montepulciano d’Abruzzo “Colline Teramane” al Vinitaly di Verona (6-9 aprile). Giganti, scelti da un’apposita giuria raccontati dal giornalista Alessandro Bocchetti, firma abruzzese della letteratura enogastronomica italiana con il presidente del Consorzio Alessandro Nicodemi.
I “Sei Giganti” scelti per l’edizione 2014 del Vinitaly sono: Reilla (annata 2008) dell’azienda Anfra; Colline Teramane (2003) dell’azienda agricola Emidio Pepe; Matteo Biagi (2008), azienda Fratelli Biagi; Colline Teramane Riserva (2009) dell’azienda Orlando Contucci Ponno; Escol Riserva (2009) della cantina San Lorenzo; Celibe Riserva (2010), cantina Strappelli.
E poi la seconda verticale di Pasetti vini, stavolta dedicata ai Testarossa, a fare gli onori di casa un effervescente Luca Gardini, il sommelier prodigio che li ha raccontati all’affollata platea che ha assistito alla degustazione.
Mentre tutto questo accadeva il Movimento Turismo del Vino metteva in scena la sua degustazione, solida. Formaggi del territorio abruzzese. Prima fila per l’Aquila con il caseificio Campofelice, la seconda si svolgerà con i formaggi di Gregorio Rotolo, il pastore scannese che ha realizzato il gorgonzola di mucca, Francesco. Un viaggio fragrante nel latte aquilano fra mozzarelle, ricotte, paste morbide fra cui una caciotta stracchinata di grande gusto.
Più in là le Donne del vino organizzavano un break finger food made in Elodia, a base di creme di ceci, spuma di zafferano e delle olive ripiene, accompagnati dai vini del circuito femminile: “Brindiamo ad una presenza che si sta consolidando – dice Valentina Di Camillo, la presidente – lo facciamo con i nostri sapori, dal vino alle specialità che si trovano da Elodia, luogo in cui il territorio viene rispettato e promosso dalla cucina della chef Nadia Moscardi.
Vinitaly è anche Bio, ecco l’Abruzzo dei vini biologici rappresentati a Verona nell’apposito padiglione dedicato. Si tratta in molti casi di una doppia presenza, ovvero di aziende che sono fra gli stand classici e occupano anche queste speciali postazioni.
La sostenibilità è un cammino verso cui si dirigono sempre più vignaioli convinti che la qualità parli tante lingue, non espressamente diverse, ma la necessità di prodotti salutari e a zero impatto interessa molto il mercato, specie estero.
Una chicca, infine, vangando nel padiglione del Sol e Agrifood ci siamo imbattuti in uno spazio tutto dedicato alla birra artigianale e dentro lo spazio c’era lo staff del birrificio Maiella capeggiato da Massimiliano Di Prinzio, il birraio. Sono l’unica voce abruzzese a rappresentare un settore emergente della nostra enogastronomia. La novità? oltre la La svolta pedemontana del birrificio casolano che approda a Pretoro, ma continua il suo viaggio anche nell’impiego dei grani autoctoni come il grano cappelli utilizzato per le cotte, la versatilità della Matthias, la birra ambrata che sta facendo da padrona al Vinitaly, super richiesta per il suo sapore corposo e orbino che sposa bene il gusto tipico d’Abruzzo e d’Italia.