Marina ha grandi occhi azzurri e il viso candido di una bambina. Ha appena 22 anni e tiene per mano i suoi due figli, un maschietto di quattro anni e una femminuccia di due. Si è trasferita dall’Ucraina in Italia quando era quindicenne, poi ha incontrato un ragazzo, se ne è innamorata e sono nati i due bambini. Lo scorso anno, il marito, a soli 22 anni è morto per overdose. E Marina (è un nome di fantasia) è rimasta sola. Oggi si arrangia lavorando la sera nei ristoranti come cameriera, i bambini vanno all’asilo e i pochi soldi che riesce a risparmiare non le bastano per arrivare a fine mese. Così, come tante altre famiglie, ha deciso di recarsi all’Emporio della Solidarietà, un “supermercato” della Caritas che si trova in via Rubicone, a Pescara, sorto per assistere persone disagiate che possono fare la spesa mostrando una carta di credito a punti, senza sborsare alcuna somma di denaro. Marina, quando ne ha bisogno, va a fare scorta di pasta, pane e altri generi alimentari, e insieme a quel che le serve per tirare avanti, sente anche la vicinanza e l’affetto dei tanti volontari che operano nella struttura.
“Vengo qui perché un’amica mi ha suggerito questa opportunità” dice mentre spinge il carrello della spesa insieme ai bambini. ” Ho trovato delle persone davvero gentili, che mi hanno ascoltata e capita. E’ un sostegno che mi aiuta in tutto e per tutto e che mi permette di risparmiare”. Il carrello è pieno, Marina mostra la sua tessera a punti mentre le cassiere, Pina e Doriana, fanno le coccole ai bambini e li salutano affettuosamente. E’ un sabato, il giorno in cui l’emporio è più affollato perché accoglie gran parte delle 261 famiglie che ricevono assistenza e che possono ottenere gratuitamente generi alimentari, pannolini e articoli per neonati, abiti e giocattoli.
“L’Emporio è nato a maggio del 2010. Attualmente vi prestano la loro opera tutti volontari Caritas che fanno parte di gruppi di servizio alla mensa ” dice Nicola Smigliani, responsabile della struttura. “Nel 2008 abbiamo iniziato a sentire l’esigenza di assistere i nuovi poveri in maniera diversa, di offrire aiuto in un modo più dignitoso. Così abbiamo pensato all’emporio, riproducendolo sulla base di quelli già sorti a Roma e Prato. Abbiamo inaugurato dopo aver bussato alle porte di aziende e artigiani e dopo aver sistemato il locale, che ci è stato concesso dal Comune. Assistiamo persone che hanno dei figli e una casa, ma non ce la fanno ad arrivare a fine mese”.
Le grandi raccolte di beni alimentari vengono organizzate per sostenere l’emporio due volte l’anno, grazie alla disponibilità del gruppo Sma Simply e al coinvolgimento di sei punti vendita, collocati tra Silvi Marina e Pescara. La prossima raccolta sarà il 5 aprile nei Simply e Ipersimply Pescara, Spoltore, Montesilvano, Silvi Marina. Altre due raccolte vengono realizzate con la collaborazione dell’Ipercoop, nell’ambito del progetto “Brutti ma buoni” .
“Si tratta di prodotti che hanno le le confezioni rotte, ma sono buoni, o che sono in scadenza” spiega Smigliani. “Li recuperiamo, li raccogliamo e li distribuiamo “.
“Abbiamo donazioni anche dai privati” aggiunge Umberto , direttore e presidente associazione Cuore Caritas, “Quando facciamo le raccolte, incontriamo persone che donano anche se ne avrebbero bisogno per loro stesse. Chi ha meno, è più attento alla solidarietà”.
L’Emporio assiste famiglie che risiedono sul territorio della Diocesi Penne-Pescara, ma se è necessario l’assistenza vien a estesa anche a chi è fuori dal perimetro. Le persone che vi accedono vengono solitamente contattate dagli uffici delle politiche sociali dei vari comuni, a loro volta investiti dalle parrocchie. Dopo aver prodotto l’Isee, sostengono un colloquio con i volontari della Caritas per illustrare le loro necessità e poi ricevono la tessera con una carica a punti che attesta il credito da spendere mensilmente. Nell’Emporio, infatti, non viene fatto alcun uso di denaro.
“Nel 2013 abbiamo rilasciato 261 carte di credito alimentare ad altrettante famiglie e 75 per i neonati, che assistiamo per i primi 24 mesi” spiega Stelvio Barbiero, responsabile dell’accoglienza. “L’85% è costituito da famiglie italiane. Ci sono due grosse categorie: le famiglie che sono abituate a vivere di assistenzialismo, su cui stiamo facendo una grossa selezione, e quelle , di cui è sempre più frequente l’accesso, che cadono nella povertà in pochissimi mesi perché, perduto il lavoro e con un mutuo sulle spalle, non riescono a farcela. Dopo tre mesi la tessera viene rinnovata per dare uno sprone e non fare puro assistenzialismo. Evitiamo anche l’accaparramento di prodotti con lo studio di un paniere che si adegua alle necessità della famiglia. Una cosa che ci siamo imposti, infine, è di non fare dell’Emporio solo un centro di distribuzione, ma di farlo essere un luogo di sostegno completo alle famiglie, anche a livello di assistenza psicologica, medica, e legale”.
Operare in una struttura che offre assistenza alle persone disagiate, vuol dire anche saper ascoltare le loro storie, il loro vissuto, saper capire come aiutarle rispettandone la dignità.
“Sono tante le storie che ci hanno colpito da quando abbiamo aperto l’Emporio” aggiunge Nicola Smigliani “C’è, ad esempio, una professoressa che pur insegnando è stata costretta a rivolgersi a noi e che ci aiuta come volontaria nella raccolte. Oppure penso al dramma che vivono due anziani coniugi di 70 anni: lei percepisce una pensione di 250 euro, il marito di 600 euro, hanno due figli di circa 50 anni caduti nella droga da ragazzini, che vivono ancora con loro e devono essere sostenuti perché non riescono a disintossicarsi. Sono tanti gli anziani che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese perché aiutano i figli che hanno perso il posto di lavoro”.
Trovare le parole giuste per dare speranza e fiducia nei momenti di maggiore difficoltà, quando non si vedono possibilità di cambiamento, quando anche un pasto caldo diventa improbabile, è assai difficile, ma i volontari della Caritas si affidano alla fede che li sostiene nella vicinanza alle persone che soffrono.
“”Prima vivevo un’altra esistenza” ammette Nicola Smigliani. “Immettersi in un mondo in cui si è in ascolto dell’altro, è stato un motore per la mia vita. Ci si rende conto che si vive facendo qualcosa per gli altri. Il nostro credo è nella figura di Gesù e nell’ amore verso il prossimo”.
“Ho conosciuto Gesù Cristo e questo è importante” conclude Umberto ” Ma, effettivamente, questa esperienza mi dà fame di dispensare amore. Ricerco il modo e mi preoccupo di capire come posso essere strumento nella mani del Signore per aiutare gli altri”.