Nel pomeriggio la visita ad una cantina del territorio, quella di Marchesi de Cordano, per toccare con mano i progressi di innovazione e tecnologia applicati alla produzione enologica. Poi il convegno al Castello Chiola, per fare il punto sullo stato dell’agricoltura e capire come agire in futuro, immaginandolo con un ruolo più attivo di quello di semplice europarlamentare. L’onorevole Paolo De Castro, presidente Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, ha parlato a lungo all’affollatissima platea radunata per ascoltarlo e per ascoltare programmi e progetti dei futuri candidati alla guida della Regione Abruzzo. Parole di un tecnico che conosce bene il
presente dell’agricoltura italiana, rimbalzate nelle orecchie del neo sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini, per fare sistema e dare a chi lavora la terra quello che ad oggi serve per
andare avanti.
“Servono risorse ma ripartite bene – dice De Castro dopo i saluti di rito – I contributi che arrivano dall’Europa sono tanti, ma sono niente se non vengono indirizzati, spesi per ciò che è davvero utile alla nostra agricoltura. E allo stato delle cose oggi, per andare avanti serve la ricerca, che permette alla terra di esprimere al 100 per 100 la qualità di cui è portatrice. Servono sinergie con istituti in grado di favorire sicurezza e controllo sulla qualità dei prodotti alimentari, perché questa è la vera ricetta capace di fare da volano, di imporli al mondo. Serve una riforma, inoltre, perché l’utilizzo delle risorse sia al passo con i tempi dei processi di sviluppo agricolo che investono gli altri paesi del mondo. E una competenza che a causa della crisi si sta acquistando, con il ritorno dei giovani alla terra. Ma perché il processo sia completo, è necessario che siano invogliati a restare a produrre in agricoltura”.
Tante le lamentele: a partire dall’utilizzo parziale della terra che gli agricoltori lamentano da anni, il fatto che sia semplice per tutti coltivarla, ad esempio e sia meno facile per chi la coltiva continuare ad investirci. C’è poi la burocrazia, che blocca ogni tipo di entusiasmo di giovani e adulti imprenditori: c’è un conto fra la categoria, che li vede per oltre 60 giorni l’anno in fila agli sportelli e due mesi sono mezza stagione che il comparto non può perdere per correre dietro le carte.
“Le Regioni dovrebbero svolgere un ruolo di agevolatori dei processi – ha sottolineato De Castro – anche perché la terra è volano di tanto. C’è il turismo che va da solo grazie a chi crea aziende in grado di richiamare attenzione, c’è l’enogastronomia collegata, la salute, la sostenibilità, sono fattori che in Europa contano e devono contare di più anche in Italia. Ci sono almeno 50 miliardi di euro extra emergenze da poter attingere per l’agricoltura. Ma bisogna farlo con idee che portino le risorse nei canali giusti e che restituiscano respiro e futuro alla terra che abbiamo fra le mani che ad oggi, in un momento in cui la crisi morde e i consumi crollano, è l’unico mondo solido, anche se affaticato, a cui possiamo fare riferimento”.