Il riconoscimento degli eremi celestiniani quale patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO è stato richiesto in un documento messo a punto e definito ieri, nel corso di una riunione che si è svolta nei locali della Provincia di Pescara
“Il documento” spiega Licio Di Biase, presidente dell’Associazione Roccacaramanico e coordinatore del comitato che si è riunito ieri “servirà ad aprire un confronto con il Mibac (ministero dei Beni e delle Attività culturali) e con l’Unesco. Il testo è stato concordato dai componenti del comitato ristretto, istituto nel settembre 2012 proprio per il riconoscimento degli eremi celestiniani quali patrimonio dell’umanità. Il documento prende spunto dalla tesi di laurea di Serena Ciampa, della facoltà di Architettura, che è stata voluta dal prof. Claudio Varagnoli ed è incentrata proprio sulla documentazione da produrre all’Unesco. La tesi, ha tracciato la road map da seguire per raggiungere il nostro obiettivo per cui ha rappresentato un sostegno validissimo, in questa fase, per avviare formalmente il nostro percorso e mettere nero su bianco le richieste del comitato”.
Ieri si è anche deciso di promuovere il coinvolgimento, in questo iter, dei sindaci dei comuni che ospitano i 5 eremi legati direttamente alla figura di Celestino V e cioè Caramanico, Roccamorice e Sulmona. “Massimo sostegno, anche per il futuro”, è stato garantito dal presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, sostenitore delle attività dell’associazione Roccacaramanico finalizzate alla riscoperta di questo borgo.
Gli eremi presi in considerazione dal comitato sono: S. Spirito a Majella a Roccamorice, S. Bartolomeo di Legio a Roccamorice, S. Giovanni dell’Orfento a Caramanico, S.Onofrio del Morrone a Sulmona e S.Croce (o S.Pietro) del Morrone a Sulmona.
Secondo Di Biase “il riconoscimento degli eremi celestini quale patrimonio dell’umanità rappresenterebbe per l’Abruzzo un veicolo per affascinare e attrarre non solo i fedeli e gli studiosi del mondo religioso ma anche gli amanti della natura e tutti coloro che si interessano di spiritualità. Sarebbe un modo per avviare un nuovo processo di valorizzazione del territorio abruzzese, con un riconoscimento che ci sembra assolutamente meritato”.
Il comitato è composto dal presidente del Parco Nazionale della Majella, Franco Iezzi, del vescovo della diocesi Sulmona – Valva, Angelo Spina, dal vescovo della Diocesi di Chieti – Vasto, Bruno Forte, dall’assessore regionale alla Valorizzazione del territorio Gianfranco Giuliante, dal direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo Fabrizio Magani, dai presidenti delle Province di Pescara, L’Aquila e Chieti, Guerino Testa, Antonio Del Corvo e Enrico Di Giuseppantonio, da Osvaldo Bevilacqua e da Claudio Varagnoli dell’Università “d’Annunzio”.