Giornata storica quella di ieri per la ConfApi di Pescara e Chieti, perché hanno aperto le porte dell’associazione ad un comparto del tutto nuovo di produttori, quello della birra artigianale. Un settore che sta disegnando all’Abruzzo un futuro interessante, ma che ha bisogno di strutturarsi perché l’eccellenza di cui questa linea di produzione emerga, abbia voce, abbia assistenza e sostegno: diventi una categoria.
Al tavolo con i vertici dell’associazione che raggruppa quasi 400 fra piccole e medie imprese dell’area c’erano Jurij Ferri e Marco Leardi, birrai di Almond 22 e Birra Leardi, apripista di un mondo che in Abruzzo ad oggi conta 19 birrifici attivi, cinque in movimento e un panorama vasto e capillare di indotto. Una dimensione portatrice di un prodotto di qualità e di idee indispensabili per crescere ancora e fare della birra un’altra delle tipicità capaci di contraddistinguere il made in Abruzzo.
L’Api ha aperto le braccia e ha dato disponibilità per diversi progetti fra cui: la creazione di un disciplinare che porti ad un marchio per la birra artigianale abruzzese, la collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo per tutto ciò che concerne certificazione, analisi e controllo della qualità, l’elaborazione di panel e verifiche capaci di esaltare le caratteristiche delle birre degli associati, l’affiancamento per questioni fiscali e finanziarie, legate al credito e all’assistenza tecnica e burocratica, la costruzione di basi per creare un consorzio che abbia forza propositiva dentro e fuori regione e riesca a contingentare sia i costi delle materie prime, sia quelli di produzione. Questa la prima piattaforma su cui verterà il prossimo incontro fra C0nfApi e birrai.
“Ci vedremo nelle prossime settimane – ha esordito il direttore Ernesto Petricca – Per dare informazioni e risposte. Per noi è davvero un traguardo inedito, perché abbiamo un comparto agroalimentare in crescita, ad oggi sono una sessantina le imprese che seguiamo e diversi progetti in itinere per internazionalizzare il prodotto abruzzese, la qualità made in Abruzzo, che avranno costi irrisori per gli imprenditori rispetto a quelli che avrebbero se fossero costretti ad agire da soli sul mercato. La birra artigianale, poi, apre le porte ad una categoria che è diversa dalle altre, con una base artigianale, ma specificità che si sposano benissimo con quelle dell’impresa, piccola e media”.
Diversi già anche i progetti solleticati dall’ingresso, ha spiegato il referente della comunicazione con l’agroalimentare Mauro Di Cola, la collaborazione con il nascente Polo della Birra di Spoltore, la creazione di basi per arrivare a far nascere città abruzzesi della birra, un opificio consortile, una promozione ad hoc come quella pensata per il vino, attraverso la partecipazione dell’intero comparto alle fiere e la promozione di eventi per il comparto. Insomma, eureka!
“Tutto questo sarà possibile perché l’unione fa davvero la forza – ha aggiunto il presidente del comparto agroalimentare Claudio Posani – Noi abbiamo avuto modo di provarlo ai nostri associati aprendo loro la possibilità di essere a manifestazioni che, economicamente, non avrebbero potuto affrontare. Vogliamo diventare subito operativi perché è un’occasione buona per tutti”.
“Ognuno di noi combatte ogni giorno con una realtà complicata – ha detto Jurij Ferri – fatta di verifiche, controlli, tasse, che rendono difficile alla birra artigianale non solo esistere, pensate che dietro le etichette non possiamo scrivere che si tratta di birra artigianale, ma anche crescere, perché per varcare i confini del proprio stato o regione si devono pagare i costi per la campionatura, sostenere quelli di dogana. La necessità che abbiamo è quella di diventare una categoria, perché stiamo diventando tanti e perché attraverso l’unione, il lavoro fianco a fianco di chi è nato prima e chi dopo, di chi produce di più e di chi ha una produzione più limitata, il prodotto tutto si affina, tutti possiamo imparare qualcosa da tutti gli altri e far contare di più il nostro contributo economico alla congiuntura di questa regione. Questi sono temi su cui saremo disponibilissimi a confrontarci, soprattutto alla luce dei benefici che derivano dall’unione. Benefici che spero davvero diventino chiari a tutti i nostri colleghi che ci premureremo di informare”.
Un comparto che punta molto anche sulla comunicazione, lo dice il vice presidente di ConfApi, Pino Giuseppe Di Pietro: “E’ il sistema di promozione migliore della qualità, tanto che stiamo pensando ad iniziative che esaltino non le sigle, ma chi le anima. Il futuro parla attraverso i territori che trovano sinergie e nuove risorse per sfidare i mercati”.
Accoglie con grande favore l’ingresso della birra artigianale nell’unione di forze economiche che presiede Lorenzo Cirotti, presidente dell’associazione, un benvenuto che chiude una giornata densa di entusiasmo e idee: “Abbiamo grandi progetti da concretizzare, speriamo di riuscire a farne partire uno importantissimo che ci consentirebbe di lavorare non solo con i nostri iscritti. Non abbiamo un potere taumaturgico, ma ci preme essere un soggetto semplificatore per i nostri associati. Le procedure possono risultare costose e inaccessibili per gli imprenditori che fanno da soli, unendoli, e rappresentandoli, abbiamo scoperto che non solo si abbattono costi che possono indurre a rinunciare, ma si conquistano frontiere inattese, cariche di vantaggi per tutti”.
La ConfApi guarda oltre l’Italia, conclude Petricca: “Guardiamo alla Russia, al Nord Europa, ma anche a chi abbiamo vicino a noi, la Croazia. Ecco, questi saranno i nostri interlocutori privilegiati, dove il prodotto Abruzzo potrà arrivare più facilmente”.