Lo abbiamo conosciuto quest’estate, veniva a cucinare su un trabocco un piatto dedicato a d’Annunzio. La sua presenza è diventata un video per i 150 anni dalla nascita del Vate. Un incontro allegro e fortunato, perché Domenico Sorrentino tornerà ogni sabato nella nostra cucina e, attraverso noi, nelle vostre cucine con una rubrica in esclusiva per l’Abruzzo è Servito di cui vi parleremo presto. Chi è Domenico Sorrentino? Scommettiamo che appena lo vedrete vi farà tornare in mente qualcosa?
Il primo incontro.
Domenico Sorrentino: alici, pecorino e l’Aurum del Vate sul trabocco
Nella cucina del Trabocco i Gabbiani ci entra a malapena, alto com’è. E arrivato con una sera di anticipo per cominciare a girare prestissimo la ricetta a base di Aurum che sarà uno dei punti forti del secondo Premio intitolato al liquore a cui D’Annunzio diede il nome, che quest’anno, per i 150 anni dalla nascita del Vate, si celebrerà a Gardone, nel Vittoriale. A Pescara lo ha invitato il motore del Premio, Arianna Di Tomasso, ideatrice anche di una rassegna che va a pennello con una delle declinazioni culinarie del suo ospite, Settimo Senso.
Domenico Sorrentino ha 28 anni e una grande passione, la cucina. “Ero una buona forchetta già da piccolo”, dice presentandosi, mentre lo staff di Francesca Ferretti, che dovrà riprenderlo mentre prepara in nome di d’Annunzio e l’Aurum la sua Tartare di alici con Aurum, pecorino di Farindola e zafferan0 (vai alla ricetta), prepara il set sul trabocco. Alle spalle c’è il porto canale e la draga che scandisce il lavoro di liberazione dei fondali. A fianco l’oasi del Fratino, volatile dunale in estinzione che nidifica sulla spiaggia lì di presso da qualche mese e davanti il mare, una laguna frequentata da piccole famiglie, comitive di anziani e gente con animali al seguito che britannicamente prendono posto sotto i trabocchi del molo, sulla sabbia e giocano a carte, ingannano il tempo e il caldo mentre il resto della città va avanti.
Francesca è l’altro talento della giornata. Regista? Storce il naso se così la definisci, di fatto sul set è il capo. Ed ha al suo attivo già belle cosine in video, fra le ultime gli spot della Regione per la campagna nazionale e per la pista ciclabile della costa. Ha studiato fuori, il Dams a Bologna, si è fatta le ossa a Roma e da qualche anno ha deciso di tornare a casa, vive a Pianella, e lavorare in Abruzzo. “Voglio lavorare lentamente, con i tempi che servono per fare quello che mi piace”, dice. E lei, sorridente e serafica, in una mattinata di lavorazione, fa emergere un altro dei talenti del giovane chef chiamato a realizzare una ricetta all’Aurum.
Già, perché il talento ha strani modi di manifestarsi, prima di affidare ad ogni portatore la sua strada. Quello di Domenico Sorrentino si è rivelato due anni fa, ma lo accompagna da quando era piccolino: nato e cresciuto ad Alessandria da genitori veracemente partenopei, con una famiglia calda e numerosa come le famiglie del sud sanno essere, lui il cibo lo mastica da un po’. E ha continuato a masticarlo anche quando si è dedicato alla danza, al teatro, finché, galeotto fu l’aver fatto il cameriere in vari locali della sua terra e l’idea del cibo si è impossessata di lui. L’ha espressa in un locale suo, di cui era motore, ideatore e gestore ad Alessandria, The Class, poi, da quando ha smesso di masticare e servire e si è messo a cucinare, questa idea la frequenta ogni giorno, a pranzo, nella cucina del ristorante e vineria Libiamo, in giro per l’Italia e anche fuori e anche dalla Clerici, alla prova del Cuoco, con la sua Ricetta della Seduzione (nella foto a destra è sul sito di Rai 1)che lo ha rivelato in tutto il suo splendore al pubblico del piccolo schermo.
“A casa mia cucinano tutti, una cucina Mediterranea che mi appartiene da sempre, anche se a me piace innovare, esplorare, scoprire attraverso il cibo – si racconta prima di girare – Così ho scoperto il sushi e l’ho interpretato mediterraneamente, mettendoci dentro ingredienti che ci appartengono e che rivelano il territorio. Lo faccio ogni volta che cucino, perché ogni ingrediente ha la sua storia, ha un senso, un sapore che racconta altre cose. Non si può non tenere conto di questo quando si fa un piatto”.
Autodidatta. Ha iniziato da cameriere, dicevamo. Ma la strada, la sua strada, è arrivata e si è fatta notare subito, tanto che è passato davvero in pochissimo tempo dalla livrea da cameriere alla giacca da chef. Facendosi strada a furia di uramaki con tonno, bufala, basilico e pomodorini” e il “futomaki con Fassona piemontese e robiola di Roccaverano, o del risotto ai funghi porcini e cioccolato, tanto per dire. Solo che la sua giacca è di lino e canapa, perché Domenico cucina green. Sul trabocco è arrivato con tutto il suo armamentario, fatto di materiali sostenibili, una filosofia che lo impegna prima e dopo i pasti che compone.
“Uso strumenti di legno, specie per il sushi – spiega – Poi mi porto dietro spezie nei miei vasi di latta perché nei Sushi Tour prendo le spezie direttamente dalla pianta. Il km zero è una rivelazione, utile a chi cucina e a chi produce, ed è una strada che io ho deciso di percorrere”. Ha un marchio, SoulFud, che presto diventerà anche un canale youtube dove realizzare un programma a cui sta pensando da un po’, Ricette spericolate. “Spericolate non perché oso, ma perché racconto il cibo e lo interpreto a modo mio, andando dove ci sono gli ingredienti – annuncia – avremo ospiti, saremo in esterna dai produttori, racconteremo, cucinando, una parte d’Italia che c’è e fa cose fantastiche e accoglieremo ospiti in studio, facendoli cucinare”. La televisione, insomma, lo ha divertito, alla Prova del Cuoco ha cominciato proponendo ricette afrodisiache: “Con la Clerici è davvero bello lavorare – dice – perché sono tutti alla mano, è naturale fare quello che si sa fare, anche davanti a una telecamera, davanti a milioni di persone che guardano. Ho fatto un provino, mi hanno preso e pare che funzioni. I talent show non fanno gli chef, ma aiutano a fare cultura intorno al cibo. La cucina vera è fatta di fatica, di prove, di tentativi, se i talent fanno vedere questo, serve metterli in onda. Ma il lavoro è lavoro”.
E l’Abruzzo è una regione che gli piace tantissimo: “Avete la cucina più buona di tutta l’Italia”, sottolinea mentre confida di essere felicemente reduce da una cena a base di arrosticini “Wow che buoni!”. Strano, anche un altro amico d’Abruzzo, il super chef Moreno Cedroni era stato ammaliato dalla nostra specialità regina (leggi l’articolo): “Ahahahah! Bene, un altro punto in comune con Moreno, un amico e uno chef che stimo, anche lui ha iniziato tardi, e si è fatto da solo, cucinando e portando innovazione e il suo territorio nei piatti che fa. E’ fantastico!”
Mentre è all’opera fra una stanza e la cucina del trabocco, scherza, si diverte e diverte i curiosi, gioca con gli ingredienti, muove le mani fra le ciotole che li contengono, fino al risultato finale che è la nostra ricetta di punta: la Tartare di alici marinate all’Aurum con crostino ricomposto e crema di pecorino allo zafferano. “Ho scelto questa perché mette insieme mare e monti – conclude – e perché offre una sintesi gustosa dell’Abruzzo”.
Ricetta dannunziana, dunque, per un Premio che lo vedrà fra gli interpreti principali, l’8 settembre, quando il video sarà pronto e presentato al Galà organizzato presso il Vittoriale. “E’ un grande onore per un premio alla seconda edizione – confessa Arianna Di Tomasso (con lui in foto) – L’Associazione San Benedetto che lo organizza ne è onorata e le personalità che abbiamo scelto per questa edizione del 150° anniversario della nascita del Vate, sono un traguardo speciale per raccontare l’Abruzzo, di cultura e di una città che porge uno dei suoi cittadini più illustri per parlare di sé”.
Fra i premiati, per il cinema ci sarà Renzo Rossellini, per la Letteratura Giordano Bruno Guerri, reduce da un libro su d’Annunzio, “La mia vita carnale”. Durante la serata si esibirà anche il ballerino e coreografo Guido Silveri e, prima della cena di gala con cocktail all’Aurum dedicato al Vate, anche questo made from Sorrentino, ci sarà la premiazione della sezione fotografia (d’Annunzio al femminile: dodici scatti per dodici mesi” calendario ILLVA per i 150 anni” e “Bottiglia liquore Aurum” cartolina per i 150 anni”).
(Fotoservizio Margherita Di Peco)
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