Ristoranti No Kids, continua a fare discutere il caso del ristorante di Bagnolo Mella, nel Bresciano, che chiude le porte d’accesso nel suo locale ai bambini sotto i dieci anni dopo le ore 21. Un tema che sta scaldando molto opinioni degli imprenditori e suscettibilità dei consumatori. Ora interviene il Presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Stoppani ad alimentare le fiamme della polemica con una dichiarazione abbastanza soprendente: “Da un punto di vista formale, il provvedimento non presenta criticità. Un pubblico esercizio può rifiutare una prestazione se esistono giustificati motivi che lo impongono. Gli schiamazzi, il pianto o le intemperanze proprie dei piccoli possono costituire valide giustificazioni. Inoltre, un esercente ha il diritto di caratterizzare la sua offerta, imponendo dei vincoli di accesso, sul vestiario, sul genere, sull’età, eccetera, assumendo i rischi imprenditoriali conseguenti”.
In linea di massima non accettare bambini si potrebbe se si fosse pronti a subirne le relative conseguenze si dice dal Fipe. Di più, la Federazione solleva un altro aspetto destinato a far discutere: “Inoltre – prosegue Stoppani – è da considerare che l’eventuale somministrazione di alcol ai minori effettuata dai loro genitori all’interno dei pubblici esercizi è imputabile alla responsabilità penale dell’esercente. È questa una fattispecie che rafforza il diritto a regolamentare la frequentazione dei pubblici esercizi”.
Un punto di vista che finisce col mettere nel fascio anche tutti quei bambini che in un locale pubblico magari non creano disturbo, o panico, o effetti lesivi per l’onorabilità del locale e la tranquillità degli altri clienti. O che hanno genitori e comportamenti no lesivi della suscettibilità altrui, come capita a famiglie a cui capita di vivere e condividere esperienze di vita sociale con i figli al seguito.
Tant’è che ad esempio su altri fronti ci si affretta a manifestare accoglienza per i piccoli, anche nei locali più esclusivi. In Abruzzo il primo a scendere in campo è Niko Romito che sul profilo del suo ristorante ammiraglio, pubblica la foto di un seggiolone in attesa di piccoli gourmet ad uno dei tavoli del Reale Casadonna e quella delle mamme che frequentano il locale. Una risposta concreta, chiarissima.
E su tutto il territorio, pur di riportare le famiglie a tavola ci sono anche ristoranti che si stanno attrezzando con sale dedicate ai piccoli, con tanto di menu e animazione a prezzi popolari, come succede a Vasto, ad esempio (I Sapori di Alba), mentre altrove la presenza o meno dei figli sembra non destare nessun tipo di problema, considerata la congiuntura e la proverbiale accoglienza delle famiglie nei locali pubblici.
E voi, che cosa ne pensate?