Raccontare la storia abruzzese attraverso i gioielli. Entrare nell’etnografia più intima del nostro passato, scoprendo la storia dei gioielli abruzzesi, o magari riscoprendola, visto che c’è chi a quella storia ha dedicato tanta parte della sua esperienza culturale, oltre che professionale, come Adriana Gandolfi. Una storia che torna di attualità con un volumetto edito da Menabò, che trovate in edicola insieme al nuovo numero di d’Abruzzo la rivista fondata da Gaetano Basti per raccontare l’Abruzzo e gli abruzzesi.
Si tratta de La Presentosa, libricino tradotto anche in inglese che ripercorre la storia, le curiosità, simboli e significati di questo singolare gioiello abruzzese.
Socia fondatrice della S.I.M.B.D.E.A. (Società Italiana per la Museografia e i Beni Demo-Etno-Antropologici ). Collaboratrice di Università, Accademie ed Enti diversi in progetti legati alla promozione ed allo sviluppo dell’identità culturale del territorio. Adriana Gandolfi svolge attività di ricerca e documentazione etno-antropologica per il territorio abruzzese e molisano. Ma la insegna, anche, all’Istituto Statale d’Arte Misticoni. Portano la sua firma diversi volumi dedicati agli Ori d’Abruzzo, oltre che a feste e tradizioni popolari di cui è esperta, tanto da essere una delle voci esploratrici del Museo delle Genti d’Abruzzo.
Il libro ripercorre la storia del gioiello descritto da d’Annunzio ne “Il Trionfo della Morte”, comparso le prime volte in aree peligne e frentane, per diffondersi nell’Aquilano e nelle altre zone, casa dell’arte della filigrana, come Scanno, Sulmona, Guardiagrele, luogo della Mostra dell’Artigianato orafo dove la Presentosa ha fatto il suo ingresso da regina. Una delle cose più affascinanti del libro è la scoperta delle varie declinazioni del ciondolo a seconda del territorio di origine: la variante con due cuori, i colori, il disegno della filigrana, il numero di punte, le versioni a orecchino, ciondolo e spilla. E anche a seconda delle occasioni, così il gioiello è un pegno d’amore, un portafortuna, un viatico di fede e di affetto, uno scacciamalocchio e con l’aggiunta di pietre preziose al centro, il laccio di un amore indissolubile.
Un cammino storico ed etnografico, insomma, affascinante da fare con l’autrice che è di certo una delle voci più autorevoli sull’Abruzzo etnografico.
Un libro che esce in una nuova edizione, ristampato con le immagini del Museo delle Genti d’Abruzzo e con la collaborazione di storici e collezionisti di gioielli della tradizione abruzzese a cui la Gandolfi ha attinto per ritrovare tutti gli elementi utili al suo studio che è un tuffo letterario nel passato, ma anche un’operazione di recupero della memoria d’Abruzzo che è prezioso sempre.
Un Abruzzo che racchiude in sé magia, tradizione, folklore e storia che appartengono a tutti.
Brava Monica, hai condiviso il mio intento teso a diffondere la consapevolezza delle nostre eccellenze artistiche e culturali, tra le quali l’oreficeria ha esercitato da sempre un ruolo di primissimo piano e sei entrata proprio “nell’intimità” di questo antico gioiello emblematico della nostra storia di donne “preziose”…Grazie! Adriana G.
Perfavore, mandami il tuo indirizzo e-mail ed il recapito telefonico, così posso avvertirti “velocemente” di altre iniziative quando non posso collegarmi su F.B.