Buone notizie per gli agricoltori: cancellata anche la seconda rata dell’Imu agricola per terreni e fabbricati rurali, ad oggi totalmente esenti. Ecco la soddisfazione del ministro De Girolamo: «Lo dovevamo a tutti gli agricoltori italiani». Poi il commento della Coldiretti: «Scelta strategica per il Paese». Agrinsieme: «La fiscalità non può colpire beni strumentali indispensabili all’attività d’impresa».
“Lo avevamo promesso – ha sottolineato il ministro all’Agricoltura Nunzia De Girolamo – e abbiamo mantenuto la parola data: la seconda rata Imu non verrà pagata per i fabbricati rurali e per i terreni agricoli degli imprenditori agricoli professionali. Allo stesso tempo abbiamo dimezzato l’onere dell’Imu per i terreni agricoli posseduti da “non agricoltori”. Lo dovevamo a tutti gli agricoltori italiani, che lo scorso anno avevano subito questa tassa, ingiusta due volte, perché colpisce un bene produttivo come la terra. Le aziende agricole che hanno pagato nel 2012 possono stare così tranquille e utilizzare per gli investimenti i 537 milioni di euro di risparmio fiscale che siamo riusciti ad ottenere per il settore con i provvedimenti di eliminazione dell’Imu”.
Per il comparto si tratta di un risparmio pari a oltre 528 milioni di euro, stando a stime del gettito elaborate da Confagricoltura per il 2012, 406 milioni per i terreni e 121,5 milioni per i fabbricati strumentali.
Non solo, in vista c’è anche “Una riforma strutturale sulla tassazione per gli immobili agricoli che verrà trattata in sede di conversione della legge di stabilità alla Camera – ha aggiunto – Abbiamo previsto anche di ripristinare, per le società agricole, il diritto di optare per la tassazione in base al reddito catastale dei terreni, perché l’abrogazione di questa misura da parte del Governo Monti è illogica e contraddice l’ordinamento comunitario. Su queste misure il mio Ministero ha già reperito, attraverso tagli e risparmi, 108 milioni di euro, che sono certa potranno essere incrementati attraverso la collaborazione di tutte le forze politiche che hanno a cuore il destino di questo comparto, nel lavoro alla Camera».