La crisi morde anche a tavola. Così le famiglie, sempre in difficoltà economica, tagliano le spese alimentari e i consumi calano del 4 per cento. Gli acquisti per il cibo negli ultimi cinque anni hanno perso costantemente “pezzi”, lasciando per strada in media 2,5 miliardi l’anno. I problemi del Paese hanno costretto gli italiani a ridurre il “portafoglio” per l’alimentazione, che oggi ammonta a 117 miliardi di euro complessivi (meno 9,6 per cento dal 2008). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione della diffusione dei dati Istat sugli “Aspetti della vita quotidiana”.
Insomma, la “spending review” domestica -sottolinea la Cia- ha assorbito tutto quello che ha potuto, compreso il budget per il cibo. Per risparmiare ben il 65 per cento delle famiglie compara i prezzi con molta piu’ attenzione; il 53 per cento gira più di un negozio alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali; il 42 per cento privilegia le grandi confezioni o “formati convenienza”; il 32 per cento abbandona i grandi brand per marche sconosciute e prodotti di primo prezzo; il 24 per cento ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi della cucina. In più, oltre il 16 per cento delle famiglie rinuncia del tutto a pranzi e cene fuori dalle mura domestiche (ristoranti, trattorie, tavole calde, fast-food, pizzerie).
La Cia fa notare anche che è aumentata la percentuale di famiglie (oltre il 12 per cento del totale) che acquista prodotti agroalimentari presso gli hard-discount, dove la spesa e’ a prezzi piu’ contenuti. Mentre nei discount fanno acquisti piu’ di 6,5 milioni di persone.