“L’invito che rivolgo a tutti è quello di restare cauti e di non creare inutili allarmismi intorno a quelli che, al momento, sono semplici prelievi, in virtù del fatto che l’indagine è solo agli inizi”. Questo è quanto dichiara l’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, commentando la notizia secondo la quale la Procura di Avezzano avrebbe avviato un’indagine per cercare rifiuti tossici nel Fucino. Sotto la lente, l’area ricompera nel perimetro di Celano, S. Benedetto dei Marsi e Venere di Pescina, la notizia, riportata dal quotidiano Il Tempo ha subito allertato le istituzioni e la filiera agricola tutta.
Si teme l’effetto Campania su una delle culle abruzzesi storiche dell’agricoltura, su cui si sono appuntate le attenzioni delle autorità inquirenti. Un effetto, quello generato dalla ribalta tornata sulle Terre dei Fuochi, destinatarie dei rifiuti fossi della camorra, che potrebbe mettere in ginocchio un comparto storico dell’agricoltura regionale: “Quello della Procura – prosegue Febbo – è sicuramente un atto dovuto se è vero, come riportato da alcuni mezzi di informazione, che esiste un esposto presentato negli uffici di Avezzano. In attesa di conoscere gli esiti delle indagini, vorrei, però, invitare a fare qualche riflessione, nella speranza che le preoccupazioni possano rientrare a breve. Il mio auspicio è quello che i mezzi di informazione evitino inutili e pericolosissimi allarmismi, addirittura accostando il Fucino alla martoriata Terra dei Fuochi, considerando che certe notizie al giorno d’oggi viaggiano velocemente e rischiano concretamente di danneggiare in modo rilevante un comparto fondamentale per la nostra economia come l’agricoltura, che proprio nella Marsica trova uno dei suoi teatri prediletti. Tra l’altro, nell’area del Fucino operano tantissime aziende biologiche o che producono prodotti certificati, quindi sottoposti a disciplinari rigidi e controlli serrati. Inoltre, questi prodotti molto spesso vengono immessi nella grande distribuzione e questo vuol dire ulteriori verifiche”.
“Invito tutti, perciò, ad avere la massima attenzione nel trattare certi argomenti evitando di alimentare paure e fantasmi tra i cittadini, almeno fino a quando non ci saranno elementi certi e le indagini della Procura rivelino presenze pericolose. A quel punto, e solo a quel punto, bisognerà affrontare la situazione e prendere i provvedimenti necessari. Ad oggi però – conclude Febbo – mi permetto di fare alcune semplici considerazioni: non ci sono in Abruzzo aziende che trattano rifiuti speciali (men che meno nella Marsica) e ritengo che la morfologia stessa del Fucino, nel cui sottosuolo c’è un’importante presenza di acqua, impedisca concretamente la possibilità di scavare per stoccarvi rifiuti”.