”La voglia di provarci resta forte nei giovani alle prese con la crisi. Dall’inizio dell’anno, un vero e proprio esercito di italiani under 35 ha deciso di tentare la carta dell’impresa scegliendo, come si diceva una volta, di mettersi in proprio”. E’ quanto emerge da un’analisi di Unioncamere, presentata a Genova in occasione della 138sima assemblea dell’associazione. Dall’analisi si evidenzia che ”delle quasi 300 mila imprese nate tra l’inizio dell’anno e la fine di settembre, infatti, oltre 100 mila (il 33,9%) hanno alla guida uno o più giovani con meno di 35 anni di età.
La culla di questa vitalità imprenditoriale è il Sud, dove ha sede il 38,5% delle nuove imprese giovanili, con quasi 40 mila attività aperte in nove mesi. I settori in cui i giovani sembrano individuare le maggiori possibilità di successo sono quelli del commercio (dove opera il 20,5% delle neo-imprese giovanili), delle costruzioni (9,4%) e dei servizi di ristorazione (5,6%). Nella grande maggioranza dei casi (il 76,8%) si tratta di imprese individuali, la forma più semplice – ma anche la piu’ fragile – per operare sul mercato; il 15,6% ha scelto invece la forma della società di capitale, più idonea a sostenere progetti di sviluppo anche ambiziosi”.
”C’è una generazione di giovani che non si rassegna a lasciare l’Italia per costruirsi un futuro – dichiara il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – né si arrende al vento della protesta ma si rimbocca le maniche e guarda con coraggio al domani. A questi italiani dobbiamo intanto dire grazie per l’esempio che danno, ma soprattutto dobbiamo creare le condizioni per aiutarli a realizzare il loro progetto di vita. Abbiamo il dovere di dare loro un paese piu’ moderno e quindi digitalizzato, piu’ efficiente e perciò più credibile e capace di attrarre intelligenze e investimenti, piu’ meritocratico e dunque più libero e rispettoso delle persone, capace di valorizzare le loro competenze nell’interesse di tutti”.