Il panorama è Venezia, il contesto è la biennale del Gusto in corso fino al 29 ottobre, meta di approdo di diverse eccellenze italiane, del vino e dell’enogastronomia. L’oggetto è la nuova guida di Slow Food, Slo Wine 2014, che racconta nettarim territori e vignaiuoli italiani, assegnando delle preziose chiocciole alle aziende che si distinguono per qualità e prodotto, Abruzzo compreso.
La nostra regione ne incassa 5: Cataldi Madonna, di Ofena, l’azienda di Emidio Pepe di Torano Nuovo, nel Teramano, Torre dei Beati di Loreto Aprutino e Valentini, sempre a Loreto. L guida racconta i vignaioli, quelli che sono stati proprio al centro della presentazione da parte dei curatori del volume.
Così Giancarlo Gariglio, curatore della guida: «Vivete nelle zone più belle del nostro territorio, non solo per le vigne stesse, ma spesso anche per gli edifici, le chiese e le bellezze nascoste – li esorta – che voi contribuite a far rinascere. E se le istituzioni e i politici non capiscono che voi siete la punta dell’iceberg di un settore fondamentale per l’economia e lo sviluppo sociale del nostro Paese, allora dobbiamo fare di tutto per sensibilizzarli su questo tema». Temi come l’eliminazione di una burocrazia paralizzante, l’esigenza di coniugare ricerca e innovazione, sono stati i temi che hanno accompagnato la rpesentazione della guida.
«Nella vita di ognuno di noi c’è il paesaggio, e c’è il mondo del vino: le colline delle Langhe, i vigneti della Toscana – dice Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia – Noi siamo il paesaggio del luogo da cui veniamo. E se vogliamo curare noi stessi, dobbiamo pensare a curare il paesaggio. Noi oggi qui possiamo celebrare il successo del mondo del vino e dell’agroalimentare italiano». Esorta un’unione simbolica all’insegna del territorio, che faccia da paladina e tuteli talenti e qualità.