Il berretto in testa e il giubbino per mettersi al riparo dai primi freschi autunnali, lo sguardo sulla strada dov’è nato, dove ha trovato moglie, dove ha deciso di restare e costruirsi casa, famiglia e attività, dove si sono fermati personaggi famosi per mangiare un piatto di bontà dal territorio alla sua tavola.
Il più famoso di tutti se l’è incorniciato e oggi gli campeggia accanto nella foto appesa all’ingresso del baretto che mandano avanti le due figlie. E’ George Clooney. Lui, invece, si chiama Ramuccio Risio, classe 1928, abita da sempre sulla strada provinciale fra Anversa e Cocullo, tutti lo chiamano Remo, perché il suo nome è complicato da ricordare. Accanto a Clooney ha un’altra cornice, quella di
Maestro di Commercio che gli ha dato la Camera di Commercio dell’Aquila, perché Ramuccio è stato il primo imprenditore a credere nel terziario di tutto il territorio aquilano, 60 anni fa.
“Era il 1953 quando ho cominciato – racconta Remo-Ramuccio – Qui intorno non ci stava niente, allora ho messo i soldi da parte e ho preso le prime macchine, camion, che hanno costruito tutto quello che è nato dopo. Da Bugnara a Scanno con 10 ruspe ho civilizzato tutto io, poi nel 1978 è arrivata l’autostrada e tutto quello che c’era da fare era stato fatto, così ho chiuso”.
Ride e scherza, ma lui è stato davvero un’istituzione nell’ambito edile, poi imprenditore in quello enogastronomico e commerciale: adesso è il bar che compie 60 anni, e 60 sono pure gli anni di matrimonio con la moglie Clelia, da cui sono nate le due figlie Annalisa e Fragolina che oggi portano avanti l’attività.
“Abitavamo tutti e due lì di fronte – Clelia indica una casa al di là della strada – Io sono nata a quella finestra che dà sulla via, l’ultima, lui al portone della casa dietro. Ci siamo conosciuti, ci siamo voluti bene e abbiamo deciso di sposarci”. Hanno
iniziato badando le pecore il loro viaggio sentimentale e lavorativo a due, poi, una signora che abitava nella casa natale aprì una tabaccheria sotto e chiese a Clelia di gestirla e piano piano è arrivato il bar, poi il negozio di alimentari, poi l’edicola, poi il ristorante e sono passati 60 anni.
“La trattoria l’abbiamo tenuta aperta fino al ’90, poi non conveniva più – racconta Remo – facevamo tutte cose genuine, colte dagli orti qui intorno e si fermavano in tanti ad assaggiare i piatti che cucinava mia moglie. Una volta venne pure l’attore… Michele Placido, stava girando un film ad Anversa. La mattina la troupe venne a prenotare, verso l’ora di pranzo si presentarono tutti quanti. Dopo un po’ arrivò pure lui. Avevamo preparato il minestrone, mandava un odore tanto buono che lui non lo volle nel piatto: si mise davanti la pentola mentre noi lo guardavamo stupiti! Un simpaticone”.
Un cliente rimasto impresso anche alla cuoca: “Mi fece un sacco di complimenti e volle sapere come avevo preparato quel piatto. E’ stata una giornata allegrissima. Loro giravano quassù, sono stati davvero gentili e ci sono venuti pure a salutare quando sono andati via”. Un’istituzione, si diceva. Per gli abitanti della contrada sotto Anversa quel baretto è un bicchiere fra amici, una passeggiata, una chiacchiera. Ma è anche uno dei negozi sempre aperti dove comprare salumi e formaggi del territorio, perché lì sono
buoni o il pane, le farine, un po’ di frutta: “Facciamo quello che possiamo per farlo andare avanti – dice Annalisa, una delle due figlie – Restiamo aperti sempre, è sempre stato così, perché qui si ferma chiunque passi per strada e non è bello tenere la porta chiusa in una località turistica”. Una politica che paga e manda avanti l’economia e che non è affatto nuova, lo dimostrano i 60 anni di quel locale e di molti altri intorno alle località turistiche, a gestione familiare, con orari flessibili da sempre, a seconda della clientela.
Poi, un giorno arrivò George Clooney, proprio lì fra Anversa e Sulmona, killer tenebroso del film The American interamente girato su set abruzzesi. “Le scene del fiume le hanno girate qui sotto – Ramuccio indica uno sterrato che scende sotto il pilone dell’autostrada che sovrasta la sua casa – Mentre
il magazzino che si vede è il mio. Mi hanno chiesto se potevano usarlo e ho detto di sì. Mentre giravano sono anche andato, abbiamo chiacchierato, lui parla un po’ italiano e gli piace un sacco giocare a bocce. Infatti quando aveva pausa l’ho portato al campetto che abbiamo qui per farlo provare. E per ricordo di quei giorni si è fatto questa foto con me”.