Un grande progetto che non ha sviluppato il potenziale atteso, un presente triste a causa di un rischio concreto di chiudere e perdere quel potenzialea causa della posizione debitoria accumulata.
“Il Centro Agroalimentare La Valle della Pescara non può e non deve morire, questa è l’unica certezza che abbiamo e occorre perpetrare tutte le possibili soluzioni affinché questo non avvenga – scriver la Confcommercio in una nota che si traduce anche in un appello – Il Mercato Ortofrutticolo è un autentico patrimonio del nostro territorio, un valore aggiunto che deve ancora esprimere tutte le sue potenzialità e che non può essere affossato da una gestione politicizzata e non professionale”.
A dieci anni dalla sua apertura, avvenuta il 1 marzo 2004, ricorda l’associazione, il mercato ha avuto numeri importanti con un volume d’affari annuo di circa 300 milioni di euro, 600 produttori agricoli abruzzesi, 20 grossisti con 200 dipendenti, 2 cooperative di facchinaggio con 80 dipendenti, 4 società di trasporto e soprattutto 2.000 clienti fra dettaglianti, grossisti, ambulanti e ristoratori.
“Dati che identificano una struttura di fondamentale importanza per il nostro territorio, per la nostra agricoltura – scrive la Confcommercio – per i nostri contadini, per le piccole attività di frutta e verdura che quotidianamente possono approvvigionarsi di prodotti di prima qualità che arrivano poi sulla tavola di migliaia di famiglie abruzzesi. Alla luce di quanto appena detto la nostra associazione lancia un appello forte alla Regione Abruzzo, che detiene il 77,4 % delle quote del Consorzio, affinché trovi una soluzione immediata per salvare un autentico gioiello abruzzese. La Confcommercio di Pescara, che assieme ai grossisti ortofrutticoli è stata fra i promotori e fondatori del Centro La Valle delle Pescara, è disponibile a dare il suo contributo per favorire qualsiasi azione che possa dare continuità alle attività del mercato”.
La proposta è quella che la Regione Abruzzo proceda all’acquisto del Centro con un mutuo così come fatto a suo tempo con l’ex Cofa, precedente localizzazione del mercato, lasciando che siano poi i proventi della gestione a pagare le rate del mutuo.
“Sarebbe una soluzione condivisibile e percorribile – concludono – ma al di là delle proposte in campo il punto fermo è uno solo: il Centro Agroalimentare di Cepagatti va salvato e non c’è più tempo da perdere!”
(foto dal sito del centro agroalimentare)