E’ tornata nel suo habitat naturale, la tartarughina Giulia, l’esemplare di Caretta Caretta trovata nei giorni scorsi sulla spiaggia di Roseto. Il “battesimo” è avvenuto ieri allo stabilimento “La Rosa dei venti” dei fratelli Di Donato.
Dopo un primo momento di disorientamento, Giulia ha preso il largo a gran velocità, sotto gli occhi di centinaia di persone, studenti, cittadini, bagnanti e amanti dell’ambiente, giunti nella città costiera per partecipare ad un evento unico nel mare Adriatico e rarissimo in una zona così antropizzata. Quello che è stato scoperto lo scorso sabato, con il rinvenimento di una nidificazione e la nascita di oltre 25 esemplari, che via via hanno preso il mare sani e salvi.
Il sindaco di Roseto Enio Pavone, il Presidente dell’Area Marina Protetta (AMP) Torre del Cerrano Benigno D’Orazio e il Presidente del Centro Studi Cetacei Vincenzo Olivieri hanno voluto organizzare il momento celebrativo per permettere agli studenti, a coloro che in questi giorni si sono prodigati nel servizio di sorveglianza, a chi ha seguito costantemente l’evolversi della bella storia, di essere protagonisti di un evento scientifico di notevole rilevanza avvenuto lungo la costa di Roseto dove ha deposto le uova una splendida femmina di Caretta caretta, forse nata lì 20 anni fa.
“Una lezione pratica di educazione ambientale che non ha precedenti – ha detto il Presidente AMP Benigno D’Orazio – e che fa seguito al percorso di tutela ed educazione ambientale che abbiamo intrapreso dal 2010. Proseguiremo nel nostro impegno a coadiuvare la ricerca e tutti gli approfondimenti che un evento così eccezionale merita”
Un’operazione complessa che è stata condotta dagli esperti veterinari e biologi marini del Centro Studi Cetacei onlus, coordinati dal dottor Vincenzo Olivieri. Giusto è stato anche il tempo di permanenza dell’esemplare di tartaruga marina presso l’ospedale delle tartarughe, dov’era stata ricoverata il 14 settembre scorso.
“Una scoperta che non ha precedenti – ha ribadito Olivieri – che smentisce anche i miei insegnamenti. Avevo sempre detto ai miei studenti che in zone come questa non poteva verificarsi una nidificazione. Invece, – ha proseguito – dobbiamo attenderci nuove deposizioni per i prossimi anni e, molto probabilmente tra 20 anni, quando le femmine mature sessualmente torneranno a deporre a Roseto degli Abruzzi, nel luogo dove sono nate”.