In controtendenza rispetto all’andamento generale a tavola aumentano solo gli acquisti di prodotti biologici che fanno registrare un consistente incremento del 9 per cento per i prodotti confezionati. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ismea relativi al primo semestre del 2013 dai quali si evidenzia che oltre la metà degli italiani (54 per cento) nonostante la crisi economica ha acquistato almeno una volta un alimento bio negli ultimi 12 mesi. Le migliori performance si sono registrate – precisa la Coldiretti – nell`ortofrutta fresca e trasformata (+8 per cento), nel lattiero caseario (+4,5 per cento) e nei biscotti, dolciari e snack. Un andamento positivo che – sottolinea la Coldiretti – fa salire a 3,1 miliardi il giro d’affari complessivo del biologico italiano dei quali circa un terzo viene realizzato grazie alle esportazioni.
Si tratta di una ottima premessa per il Salone internazionale del biologico e del naturale (SANA) che si tiene a Bologna con una anteprima domani 6 settembre 2013, ore 11,30 nel centro di Bologna in piazza XX Settembre con una mostra mercato di prodotti biologici in cui gli esperti di Coldiretti mostreranno come coltivare lattughe, radicchi, cavoli, erbe officinali sulla parete di un terrazzo. Alla manifestazione sarà possibile conoscere prodotti biologici del tutto originali, dal latte d’asina alle antiche varietà di mele fino ai formaggi erborinati di capra ma anche l’unico Grana Padano biologico italiano, prodotto sulle colline piacentine. L’Italia è prima in Europa come numero di aziende agricole biologiche con la ‘espansione del bio che è anche confermata dall’incremento del numero degli operatori certificati, 49.709 nel 2012 tra produttori, preparatori e distributori, in crescita del 3 per cento su base annua, e dall’aumento della superficie coltivata secondo il metodo biologico, che risulta pari a 1.167.362 ettari (+6,4 per cento rispetto al 2011).
Sul resto del paniere medio di una famiglia italiana, invece, registra stagnazione un’indagine del Codacons, anzi, annuncia che: la caduta dei consumi non è finita ma si tratta solo di una pausa transitoria e la realtà è che un terzo delle famiglie italiane deve rinunciare alla carne perché non può permettersi alimenti costosi. Lo afferma il Codacons commentando i dati dell’indicatore dei consumi Confcommercio. “Il fatto che i consumi siano rimasti fermi rispetto a giugno – sottolinea il Codacons – non indica, purtroppo, un’inversione di tendenza o che la caduta dei consumi sia finita, ma solo una pausa transitoria legata alla specificità del mese di luglio”.
Secondo l’associazione dei consumatori, “il dato che indica, invece, come gli italiani siano in profonda crisi finanziaria è il crollo degli acquisti in quantità di alimentari che su base annua registra un -3,9%. Dato che diventa drammatico considerato che questa caduta e’ solo l’ultima in ordine di tempo, visto che nel 2012 c’era già stato un crollo del 3%, nel 2011 dell’1,8%, -0,7% nel 2010, -3,1% nel 2009, -3,3% nel 2008, -1,4% nel 2007. Sommando questi dati si arriva a oltre il 17% in meno di acquisti di cibo da quando è scoppiata la crisi. Se si considera – osserva il Codacons – che si tratta di medie, la realtà, da Terzo Mondo, è che un terzo degli italiani fa la fame e, non avendo soldi sufficienti per acquistare cibo, ha dovuto rinunciare agli alimenti più costosi, come la carne, acquistando i tagli meno pregiati al massimo due volte alla settimana”.